Rifiuti:” situazione gravissima”
Un bando per il trasporto all’estero
Il governatore Musumeci: “Chiederemo lo stato di emergenza”. Il J’accuse contro i predecessori: “Per venti anni scelte irresponsabili”.
Le scelte folli di Crocetta e dei suoi amici di sinistra
Dalla Sicilia non partiranno in aereo solo i giovani senza lavoro ma anche i rifiuti
La conferenza stampa riparte da quel superlativo assoluto scritto non a caso nella nota che annunciava l’incontro con i giornalisti: “La situazione dei rifiuti in Sicilia è gravissima”. Un problema “che mi distoglie da tanti altri temi”, ammetterà il governatore con accanto il dirigente Salvo Cocina che ha assunto la guida del dipartimento Rifiuti. “Ma un dirigente da solo non può risolvere tutto – ammette Musumeci -, qui servono esperti, tecnici, geologi e avvocati”. Una situazione prossima al collasso, con in primis il caso della discarica di Bellolampo (“siamo a un punto di non ritorno”), con Musumeci che snocciola i numeri di quello che presto potrebbe materializzarsi come “un gravissimo danno di immagine per la Sicilia”.
Ogni giorno nelle discariche siciliane arrivano cinquemila tonnellate di rifiuti, mentre lo spazio ancora disponibile è di circa due milioni di metri cubi: “Se nulla dovesse cambiare a settembre non avremo più dove mettere i rifiuti. Tutte le discariche aperte in Sicilia, ad eccezione di quella della Oikos nel Catanese, sono prossime al collasso”, sottolinea Musumeci in quella che definisce “la prima di tante operazioni verità”. All’orizzonte, però, non ci sono i termovalorizzatori: “In questo momento è una ipotesi che si allontana, anche perché con la raccolta differenziata al 15% non servirebbero”. E intanto almeno metà dei rifiuti dovrà prendere ‘il largo’, a bordo delle navi che porteranno l’immondizia all’estero: “Stiamo predisponendo i bandi per portare i rifiuti fuori, per almeno dieci mesi. Stiamo tentando con un bando pubblico di intercettare una disponibilità da parte dei paesi europei, dal momento che le regioni italiane non possono assorbirli. Immaginiamo di inviarli nella civilissima Germania e nella civilissima Francia. Ciò che è più importante, al momento, è mandare meno rifiuti possibili alle discariche”. I termovalorizzatori restano una ipotesi lontana: “Non immaginiamo la realizzazione nell’immediato degli inceneritori, ma anche gli ambientalisti più convinti riconoscono che resterebbe comunque un 15% da bruciare”.
Nella road map del neo governatore, che chiederà al governo nazionale lo stato di emergenza ambientale limitatamente alla discarica di Bellolampo e “agli altri comuni inadempienti”, c’è anche la modifica della legge regionale del 2010 sulla gestione del ciclo dei rifiuti: “Basta con 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono risultato. La competenza dei rifiuti deve andare alle Province. Devono esserci nove riferimenti e, quindi, anche dei responsabili”. Ma il problema più incombente resta Bellolampo: “Si tratta della scadenza più preoccupante e più imminente guardando al calendario – ammette Musumeci -. Siamo a un punto di non ritorno. Fra un mese, se nulla cambierà, buona parte della Sicilia occidentale non avrà più dove conferire i rifiuti”. Nel cronoprogramma che verrà presentato al governo Gentiloni anche la predisposizione di dieci piattaforme per raccolta differenziata, il compostaggio e il conferimento dei rifiuti post trattamento: “Dovranno essere attive entro l’estate del 2019 ma intanto occorre fin da subito aumentare la differenziata”, anche con una selezione più semplice rispetto alle attuali quattro tipologie di rifiuto.
Un percorso difficile, che il governatore intende affrontare in prima persona dopo l’addio dell’ex assessore Vincenzo Figuccia, in quota Udc. “Non c’è fretta: o con o senza assessore desidero seguire da vicino questo ramo dell’amministrazione. Ho pure chiesto una stanza in assessorato. Quel ruolo in giunta è stato riconosciuto a uno dei partiti della coalizione. Ho rispetto per i partiti che sono il sale della democrazia: spero di trovare un esperto con competenze tecniche”. Nelle parole del presidente della Regione anche l’atto d’accusa alle amministrazioni regionali che si sono susseguite a Palazzo d’Orleans. Musumeci fa i nomi di Capodicasa, Leanza, Cuffaro, Lombardo e Crocetta: “È da irresponsabili avere fatto finta di niente per venti anni e avere messo la polvere sotto il tappeto, senza mai risolvere quella che è diventata una vera e propria emergenza strutturata”.