Ha evaso tasse”, Ue apre indagine su Ikea
Dalla serie: “Li tassi un piaci a nuddu paarli”
I più grandi evasori sarebbero le multinazionali
Dopo Ryanair anche Ikea nel mirino della UE
La Commissione Europea ha aperto un’indagine approfondita sul trattamento fiscale da parte dei Paesi Bassi di Inter Ikea, uno dei due gruppi che conducono le attività del colosso svedese dei mobili.
Inter Ikea detiene i diritti di proprietà intellettuali del gruppo svedese e fa capo ad una fondazione in Liechtenstein, la Interogo Foundation, una Unternehmenstiftung creata nel 1989 da Ingvar Kamprad, l’imprenditore svedese che ha fondato l’impero Ikea. La Commissione Europea teme che due accordi fiscali con lo Stato olandese (tax rulings) possano avere consentito ad Inter Ikea di pagare meno tasse, dandole un vantaggio ingiusto rispetto ai concorrenti, in violazione delle regole Ue sugli aiuti di Stato.
Per la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager “tutte le società, grandi o piccole, multinazionali o no, dovrebbero pagare la loro giusta quota di tasse. Gli Stati membri non possono permettere che alcune selezionate società paghino meno tasse, consentendo loro di trasferire artificiosamente i profitti altrove. Esamineremo con attenzione il trattamento fiscale riservato ad Inter Ikea dai Paesi Bassi”.
Tutto nasce all’inizio degli anni ’80, quando il business model di Ikea cambia, trasformandosi in un franchising. Da allora, è il gruppo Inter Ikea che conduce il business del colosso svedese dell’arredamento: in concreto, questo significa che Inter Ikea non possiede i negozi Ikea. Tutti i punti vendita a marchio Ikea nel mondo pagano una commissione del 3% del loro giro d’affari a Inter Ikea Systems, una succursale di Inter Ikea Group in Olanda. In cambio della commissione, i negozi Ikea sparsi nel mondo possono usare, tra l’altro, il marchio Ikea, e ricevono istruzioni su come operare e sfruttare il concetto di franchise di Ikea.