Tra le ultime professioni che spopolano in italia, ci sono quelle dedicate all’ antimafia. L’ antimafia dei Pennaioli d’assalto asserviti però a qualche forma di potere e gli imprenditori dell’antimafia, ma i più pericolosi sono quelli della mia età, o con qualche anno in meno, anche quelli che negli anni ottanta erano studenti. Si proprio anni ottanta quando l’antimafia io e molti colleghi di allora la facevamo per le strade di Palermo con le armi in pugno e senza mezzi, per rendere l’idea noi facevamo la scorta al Giudice Giovanni Falcone con una comunissima alfetta bianca non blindata mentre tutti i signori politici giravano con auto nuove e blindate o quando un cretino “qualunque” voleva vietare l’uso della sirena alle auto di scorta con l’obbligo di fermarsi ai semafori. (Questi cretini ovviamente hanno fatto carriera ). Dico studenti (certamente non tutti) perché non posso dimenticare le contestazioni ricevute da Falcone in alcune assemblee dove era ospite, e i fischi e i gestacci quando ci vedevano passare per strada, quartieri dove venivano lanciate pietre dai balconi sulle nostre auto, cinema che si svuotavano se per caso entravamo con il giudice per concedersi un ora di svago o ristoranti dove i commensali si lamentavano con il gestore perché non aveva impedito il nostro ingresso. Vedere colleghi morti per terra, vedere due o tre omicidi al giorno e tu che ogni mattina salutavi per l’ultima volta moglie e figlio perché iniziare la giornata e riuscire ad arrivare a sera era un terno al lotto, salvo poi fortunatamente fare rientro a casa. Adesso magari, queste sono le stesse persone che, comodamente dietro ad un computer, scrivono e si ergono a paladini dell’antimafia e magari millantano incontri avuti con questo o quel giudice, ma ci sono anche magistrati e politici che si riempiono la bocca di essere stati amici di Falcone, quando invece era tutto il contrario, ma forti del fatto che nessuno li può smentire. Poi ci sono i pennaioli, come mi piace chiamarli che sono quelli che si sentono il Biagi di turno che scrivono per sentito dire o perché asserviti a qualche potere , politico, economico o di una certa magistratura e che non si rendono conto (o forse si ma se ne fregano) che rovinano persone, indagini e territori. Però quelli che proprio mi fanno schifo e consentitemi l’aggettivo, sono i professionisti dell’ antimafia, quelli che creano associazioni al solo scopo di acquisire finanziamenti incuranti di camminare sul mare di sangue versato dai servitori dello Stato, caduti per questa lotta impari, perché era ed è una lotta contro la mafia e contro una parte deviata delle istituzioni perché ormai la mafia è diventata solo una manovalanza di certi poteri politico economici. Scusate lo sfogo ma sono incazzato, tutte queste persone dove erano in questi anni, non si sono accorti dello scempio fatto a questo territorio, o forse erano troppo impegnati a leccare il deretano ai politici o potenti di turno.
ADESSO TUTTI ANTIMAFIOSI.
Maurizio Franchina