Alfano: “Non mi ricandido
Contro di me attacchi ingiusti”
Alternativa popolare, angelino alfano, Politica
L’annuncio a Porta a Porta.
Alfano, da ex Ministro dell’interno ha contribuito non poco alla disfatta di Castelvetrano. NOn ha saputo gestire il caso Gruppo 6 GDO e ha scavato la “fossa” politica ad Errante
In un primo tempo, tramite anche la lettera del Prefetto Falco, ha preteso che il suo ex “pupillo” Felice Errante, restasse al suo posto durante la “bufera” del caso Giambalvo che ha dilaniato la città per poi, lasciare l’ex sindaco e l’intera città nelle mani di Minniti che si è guardato bene dal coinvolgere quelli del Pd seppur amministratori della città, da eventuali responsabilità, facendo gettare tutta la “merda” su Errante e quelli del centrodestra. Il Caso Alfano indica che cambiando Ministro ,può cambiare il modo di intendere l’antimafia . Ciò fa molto riflettere Chi ha ragione? Probabilmente le dimissioni di Errante, peraltro da molti auspicate per il bene della città, già nel 2016 avrebbero cambiato il corso delle cose accadute
Clamoroso a Porta a Porta. Angelino Alfano annuncia che non si ricandiderà alle elezioni. Il coup de theatre arriva durante la registrazione del programma di Bruno Vespa e viene subito rilanciato dalle testate nazionali. “Dal 5 di marzo, se si voterà il 4, non sarò né ministro né deputato”, ha detto il ministro degli Esteri. Quasi in contemporanea anche Giuliano Pisapia ha gettato la spugna, annunciando che non si candiderà e che la collaborazione col Pd non è più possibile.
“Io non starò seduto sui banchi del prossimo Parlamento – dice il ministro agrigentino – perché ho scelto di non ricandidarmi alle prossime elezioni e voglio compiere questo gesto perché quello che ho fatto in questi anni è stato dettato da una sincera passione per l’Italia, quando il paese rischiava di andare giù per un precipizio”.
“Farò campagna elettorale – spiega – non lascio la politica, mi riprendo un pezzo della mia vita fuori dal palazzo”.
Per spiegare la sua scelta, Alfano tira in ballo gli attacchi subiti. “Hanno influito in me anche gli attacchi che io sono convinto siano stati ingiusti. Ho sempre detto che se non ci fossimo stati noi a portare sulle nostre gracili spalle di un partito del 4,4 per cento alle Europee la settima potenza del mondo, questa potenza non avrebbe conosciuto la crescita, invece saremmo ancora in recessione. E tutto sarebbe andato il peggio possibile. Oggi è il momento di dirlo con un gesto e di dirlo con grande chiarezza”.
Da settimane, il partito di Alfano, Alternativa Popolare, rinvia la decisione definitiva sulle prossime Politiche. Un pezzo del partito guarda al centrodestra, a cui sono tornati diversi esponenti siciliani in occasione delle Regionali. Un’altra parte, capitanata da Beatrice Lorenzin e Fabrizio Cicchitto, spinge invece verso l’alleanza con il Pd, con cui il dialogo è avviato da tempo. C’è poi una parte di Ap, che ha il suo riferimento in Maurizio Lupi, che ancora considera l’ipotesi, difficile, di una corsa solitaria. La direzione che dovrà sciogliere il nodo è stata più volte rinviata. I centristi che puntano all’accordo col Pd confluirebbero nella lista dei moderati a cui sta lavorando, in raccordo con i dem, Pierferdinando Casini. Il contenitore metterebbe insieme i Centristi per l’Europa (casiniani, in Sicilia il leader è Gianpiero D’Alia), gli ex Udc di De Mita in Campania, il trenitno Lorenzo Dellai. Manca ancora una leadership definita, si spera di poter coinvolgere il ministro Carlo Calenda, che però al momento non ha dato la sua disponibilità.