Il giudice monocratico Maria Pia Blanda ha assolto i dipendenti comunali Michele Caldarera e Raffaele Giobbe
La sentenza emessa ieri pomeriggio dal giudice monocratico Dr.ssa Maria Pia Blanda del Tribunale Penale di Marsala, segna la fine di un incubo per due funzionari comunali ed un imprenditore castelvetranese e getta una nuova luce sulla tanto vituperata azione amministrativa dell’ultimo sindaco. Tornando ai fatti il giudice ha assolto ai sensi dell’art. 530 c.p.p. per insussistenza del fatto di reato, l’arch. Michele Caldarera, che era difeso dall’avv. Franco Messina e il Geometra Raffaele Giobbe difeso dall’avv. Maika Giacalone, entrambi in servizio presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Castelvetrano e l’imprenditore Nicolò Clemente che era difeso dall’avv. Francesco Moceri e che, secondo l’accusa , nel giugno del 2012, avrebbero violato le norme a tutela dell’ambiente poiché avrebbero abbandonato rifiuti scaricandoli in un terreno agricolo di via Cavallaro a Marinella di Selinunte, senza le prescritte autorizzazioni di legge. La vicenda era strettamente connessa a quella del sequestro del cantiere del realizzando nuovo ingresso del Parco Archeologico di Selinunte, che aveva visto la collocazione dei sigilli da parte del Nucleo di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale, poiché si riteneva che vi fossero depositati rifiuti speciali in quel sito. Vicenda che anche in quel caso si è risolta con una sentenza assolutoria ma che è costata la perdita del finanziamento pari a circa 4 milioni di euro e la mancata realizzazione dell’opera pubblica. Gli stessi agenti si accorsero di un anomalo, a loro avviso, cumulo di alghe di posidonia che erano ammassate in un terreno agricolo coltivato ad ulivi di via Cavallaro. I forestali, pensando che l’accumulo di posidonia fosse illegittimo, disposero l’immediato sequestro dell’area e dei fascicoli che contenevano anche le delibere di somma urgenza emesse, dall’allora sindaco Gianni Pompeo. Nel corso del dibattimento, durato circa due anni, i legali hanno fatto emergere che i lavori risultavano debitamente concordati dall’Ufficio Tecnico comunale con la Capitaneria di Porto competente, mediante la sottoscrizione di apposita Ordinanza, emessa proprio dalla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo. Il Comune aveva altresì richiesto l’autorizzazione al conferimento dei rifiuti all’ATO TP 2 Belice Ambiente SpA in liquidazione ed aveva curato le prescritte comunicazioni con l’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente della regione Sicilia e messo in pratica tutte le metodologie e gli accorgimenti tecnici necessari alla tutela della salute pubblica
Fonte : Prima Pagina