Aveva ottenuto finanziamenti non dovuti e utilizzato i soldi dell’ente di formazione per fini personali. Si farà un processo a Trapani per il crac dell’Anfe, inizierà il 6 dicembre.
Principale imputato, Paolo Genco, il presidente dell’ente.
Genco aveva molti amici deputati regionali , tra cui anche deputati trapanesi, su cui contare e che adesso prendono le distanze
Le indagini della Guardia di finanza dicono che negli ultimi anni avrebbe sottratto circa 200 milioni di euro destinati alla formazione, utilizzandoli per investimenti, un’auto di grossa cilindrata, gioielli e orologi di lusso, polizze assicurative, dossier titoli e forzieri all’estero. Ottanta dipendenti dell’Anfe si sono costituiti parte civile contro Genco. Rinvio a giudizio anche per Paola Tiziana Monachella, responsabile dell’Anfe di Castelvetrano, per Aloisia Miceli, direttore amministrativo dell’ente, e per Rosario Di Francesco, direttore della Logistica della delegazione regionale Sicilia Anfe.
Nella cassaforte di casa gli trovarono 30 lingotti e 49 monete d’oro (per oltre un chilo di peso) e 30.000 euro in contanti. Genco investiva i soldi che portava a casa in in parte intestandoli all’allora compagna, in parte alla società “La Fortezza” di cui era titolare Baldassarre Di Giovanni, l’altro arrestato dell’inchiesta, e di cui Genco era socio occulto.
Fonte :La repubblica
Il Circolaccio