Guttadauro, dal Marocco affari nel mercato del pesce
«Nel mio piccolo, ogni giorno do lavoro a 300 cristiani»
La famiglia che ha dominato Brancaccio dopo l’arresto dei fratelli Graviano torna a far parlare di sé. Nessuno di loro risulta iscritto nel registro degli indagati, ma la partnership con la cosa nostra gelese sarebbero stati solidi e benedetti dal placet di Giuseppe, ‘u dutturi, capomafia di recente scarcerato
E per gli affari dei gelesi, la nuova partnership si presentava come una miniera d’oro: Guttadauro ha le conoscenze e i mezzi, «Sono tre anni che lavora lì e ormai ha le strade giuste per comprare il pesce direttamente allo scarico delle barche». «Io nel mio piccolo, giornalmente, ogni giorno, do lavoro a trecento cristiani, do» Si vantava Francesco. Anche sul versante palermitano, tuttavia, la collaborazione con i Rinzivillo era stata presa di buon grado, tanto che lo stesso Guttadauro si sarebbe ripromesso di procurare un numero italiano ai nuovi soci per potersi scambiare le foto del pesce via whatsapp e si sarebbe addirittura detto disposto a offrire loro un trattamento economico di favore, diverso da quello garantito ai suoi partner abituali. «Angelo – diceva a uno dei fratelli Giannone – io solitamente, con tutti gli altri, qualsiasi cosa faccio, me la faccio fatturare a me in Italia e poi me lo rivendo io. Però con te sto facendo un’eccezione, mi stai seguendo?». L’avvento dei Rinzivillo, insomma, viene preso come manna dal cielo per i Guttadauro e gli incontri tra le due famiglie non sono rari. Francesco vede Salvatore a Gela e a Porticello, ma a cementare il rapporto definitivamente è l’invito a cena da parte del vecchio boss, Giuseppe Guttadauro, che ospita Rinzivillo e Signora a casa sua, a Roma. Perché, come dice ai sodali lo stesso Francesco: «Patti avanti e amicizia lunga dice sempre mio padre».
Fonte : Meridione news