Regionali Il Pd lancia Lupo che è stato per anni capogruppo all’Ars. D’Alia, l’alternativa di un grande ‘centro’
Dieci giorni per decidere. Dalla prossima settimana con il candidato 5stelle ufficializzato, la pressione nei confronti del Pd salirebbe notevolmente.
Il partito Democratico prova quindi a stringere i tempi sulla candidatura di Giuseppe Lupo come candidato a Palazzo d’Orleans, cresciuta molto nelle ultime ore e su cui si potrebbe raccogliere il risultato di una proposta unitaria di coalizione.
Faraone in verità prova ancora la carta, già giocata nei giorni scorsi del “Papa straniero”, una personalità di area, un tecnico da lanciare nella mischia e da proporre. Su questa ipotesi però troverebbe la ferma opposizione di Raciti, Cracolici e dell’area Franceschini.
In particolare l’assessore all’Agricoltura ha messo nel centro del mirino lo stesso Faraone a cui attribuisce la responsabilità di una condotta intermittente in questi ultimi anni che ha disorientato gli ambienti più vicini ai democrat.
L’elenco delle lamentele prevedrebbe in dettaglio anche la mancata candidatura dello stesso Faraone a sindaco di Palermo, fatta pervenire nei mesi scorsi sotto forma di richiesta al sottosegretario alla Salute attraverso Lorenzo Guerini. Un tentativo di mettere in campo ‘un big’ renziano di visibilità.
Una richiesta a cui lo stesso Faraone avrebbe risposto picche, temendo di non potercela fare, con i tempi ormai sbilanciati e Orlando in campo, a cui, l’elezione a sindaco di Palermo ha consegnato un nuovo importante spazio di visibilità nella coalizione.
Sul nome di Lupo convergerebbe sia l’area più conservatrice, ‘i vecchi’ del partito, sia la nuova base. Andrebbe bene in pratica quasi a tutti, con un profilo di intesa da perfezionare con Cracolici e sui cui Faraone troverebbe difficoltà a non convergere.
Rimarrebbe da perfezionare, oltre alla sponda di Orlando che rimane un tassello importante della vicenda, l’adesione incondizionata e piena dell’area moderata. Cardinale ha già manifestato apprezzamento per l’ipotesi Lupo, la quadratura dovrebbe arrivare da D’Alia.
L’ex ministro messinese, nei giorni in cui circolava l’ipotesi Grasso, si era tolto ufficialmente dal mazzo dei candidati. Oggi rimarrebbe la principale alternativa se sfumasse il progetto su Lupo.
I Centristi per l’Europa, in realtà non escludono affatto di convergere sul candidato Dem.
Vorrebbero che un accordo di questo tipo venisse sancito a Roma dal Pd nazionale. Non una semplice ratifica ma un passaggio che prevede un’adeguata contropartita di peso per il gruppo di Casini nell’Isola.
«Il problema è chiudere quanto prima», fa notare uno dei registi dell’operazione su Lupo. Tra una settimana potrebbe essere tardi. Se l’area di centro non trova un ragionevole progetto per ribattere alla candidatura dell’esponente dell’area Franceschini, il rischio può essere quello del Grande Centro ritrovato. Magari su un nome di Alternativa popolare (La Via).
Il quadro è questo. Il tempo corre. Ancora più in fretta. Occorre scegliere.