Il giornale online “Live Sicilia” con serietà e professionalità, sta conducendo una giusta campagna d’informazione sul dossier mafia e appalti risultato cosi urticante per alcuni Pm e organi d’informazione allineati e coperti.
Le stragi di Palermo sono ancora piene di nubi tossiche. Nubi dove il peggiore elemento velenoso presente è quello della bugia seguito da quello dell’inganno. I mafiosi, seppure arroganti e violenti non potevano avere tutto questo potere senza il bene stare di strati istituzionali e di gruppi occulti che avevano voluto questo sistema. Anche un bambino di terza elementare capirebbe che la mafia senza un accordo con certi poteri rimaneva relegata a compiti di “viddani arrinisciuti” o “peri incritati“. Diversi PM hanno avuto gli occhi chiusi o parzialmente aperti
Per capire bene la basi su cui si fondava la strategia( e anche le intuizioni investigative) della scuola di pensiero di giudici come, Chinnici, Falcone e Borsellino occorre avere una buona formazione di economia. I soldi fanno venire la vista all’orvi dicevano i vecchi siciliani. Il vero movente di guerre di mafia e spartizione di territori erano gli interessi economici.
Purtroppo , gente ignorante , senza preparazione specifica o in malafede è andata dietro ai passerotti, dimenticando i corvi o le gazze ladre. La mafia è diventata potente perchè parte di un sistema più potente. In Sicilia la più grossa torta da spartire erano gli appalti pubblici
Live Sicilia oggi scrive:
” Cosa Nostra tentava di ripulire gli enormi guadagni della droga investendoli nelle cave di marmo attraverso le imprese Sam , Imeg e altre, controllate dalla Calcestruzzi spa del gruppo Ferruzzi, che a sua volta era controllata dalla mafia corleonese.”
Non solo i proventi della droga
Paolo Borsellino credeva che l’inchiesta Mafia-appalti fosse all’origine della morte di Falcone, ed è molto probabile che anche la strage di via d’Amelio (con il relativo depistaggio) sia da attribuire al dossier del ROS dei carabinieri. Antonio Di Pietro ha riconosciuto il suo stretto e inquietante legame con Mani Pulite.
Senza disturbare i grandi economisti, basta fare qualche semplice riflessione.
Tra gli anni 60 e gli anni 80 in Sicilia occidentale lo Stato ha speso oltre 2000 miliardi delle vecchie lire. Una cifra spaventosa che oggi rappresenterebbe l’equivalente di una manovra finanziaria. A questo business si va ad aggiungere il mercato sporco dei reperti archeologici trafugati, della droga e delle vaste speculazioni edilizie( vedi il sacco di Palermo).
In quegli anni , il vero core business erano gli appalti
Giusto per ricordare a chi ha memoria corta o finge di non ricordare.
Nella sola Sicilia Occidentale si realizzano negli anni già ricordati: la Diga Garcia, L’autostrada A29, la ricostruzione dei comuni del Belice e strade di collegamento, La strada Castelvetrano- Agrigento e ancora svariate opere pubbliche all’interno dei comuni come le fognature di Selinunte(Saiseb) vari lavori nei porti di Mazara del Vallo e Trapani e la privatizzazione dei servizi di nettezza urbana. C’era “cibo” per tutti. Banche comprese. Non ha caso in Provincia di Trapani in quegli anni è un fiorire di sportelli bancari
Sacchi di soldi spesi e che non potevano essere gestiti solo dai mafiosi. Lo dice molto bene Angelo Siino , con la sponda del geometra Li Pera. Tutto questo mercato aveva nel cemento un punto nevralgico. A seguire il movimento terra. Ovviamente, per chi capisce un pò di mercato e marketing ,non può sfuggire che nel mercato ricco, qualsiasi azienda ci vuole entrare. Rimaniamo nell’ambito “piccolo” e lasciamo il resto agli esperti antimafia. Argomenti più ampi e nazionali sono ancora più complessi. Certo, pensare che, gente con la terza elementare potesse avere capacità di gestione finanziaria o di strategia aziendale risulta difficile da inghiottire.
Negli anni in questione , tutto questo sistema ha generato profitti enormi che andavano ripartiti e soprattutto nascosti. Aziende e complici che oltre a lucrare spesso non pagavano neanche le tasse con la complicità di pubblici uffici si trovavano somme ingenti in contanti e anche nei conti correnti. Come detto da Siino, il sistema prevedeva una equa ripartizione tra ditte, tecnici , politici e mafiosi. Tutti questi soldi davano potere a tutti. Pure un povero ignorante di economia poteva fare soldi. C’era spazio per tutti, bastava solo avere l’ok dal sistema
Anche la famiglia Messina Denaro partecipa alla festa. Entra con i suoi amici fidati(tecnici-politici- ditte). I Messina Denaro si creano il gruppo locale d’affari già negli anni 70. La parentela con i Guttadauro di Palermo li evolve.
Lo stesso Siino (che porterà la Saiseb verso l’appalto di Selinunte) dirà che al comune di Castelvetrano si sentiva a casa sua. Le famiglie mafiose del Belice non stanno a guardare. I miliardi della ricostruzione del Belice ,l’autostrada e altri lavori sono pozzi senza fondo. In più, e lo dice lo stesso Messina Denaro prima di crepare a magistrati, la famiglia mafiosa di Castelvetrano aveva un orticello tutto suo dove altri non dovevano entrare: il traffico dei reperti rubati a Selinunte. Lu siccu stesso ammette che già nei primi anni 80 , la sua famiglia disponeva di somme che toccavano il miliardo di lire. Cifre spaventose per l’epoca dove un impiegato statale guadagnava 200 mila lire al mese. I soldi fanno soldi e i pidocchi fanno pidocchi. E’ evidente che i mafiosi locali, entrati nel sistema , avevano il supporto di validi consulenti per far sparire questi soldi e riciclarli. Il tempo dei soldi sotto il mattone era finito. Banche e finanziarie erano lì a dare una mano. Poi arriverà la Legge Rognoni La Torre. Sarebbe molto interessante capire dove, in quegli anni ,tutti questi denari siano stati nascosti o riciclati.
Cifre enormi che verosimilmente compravano uomini dello Stato e finanziavano campagne elettorali importanti. Borsellino e Falcone avevano messo le mani su questi canali finanziari. Hanno fatto in modo che non ci riuscissero a trovarli . Noi pensiamo che molti soldi sporchi siano ancora in giro per il mondo: “pecunia non olet”. Noi pensiamo a Sindona e Calvi. Noi pensiamo a servizi segreti troppo deviati che avevano bisogno di soldi. Tutto costa. Anche le stragi. Quelli sono stati anni d’oro per chi ha solo pensato di succhiare il miglior nettare a questa bellissima terra distruggendola. Riusciranno i PM di Caltanissetta a portarci nel tempio della verità? Qualcuno ci crede ancora. Molti in questi anni hanno lavorato per non farci sapere la verità ma solo minchiate
Ass. Verità e Giustizia