L’agente di scorta svela la bella vita del magistrato e dei suoi amici. La Saguto chiama in causa i figli dei giudici che venivano chiamati e a cui venivano pagate parcelle di notevole valore
La gestione del cerchio magico Saguto che riguarda anche le aziende confiscate a Grigoli apre scnerai inquietanti. Gli ex lavoratori della Gruppo 6 lo avevano detto che i beni non erano ammnistrati con diligenza e le loro critiche spesso venivano criticate da certi giornalisti vicini all’antimafia. La Saguto ha fatto intendere che parlerà di chi ha beneficiato a vario titolo di questa enorme ricchezza finita con la chiusura. Gli ex lavoratori di Grigoli chiedono giustizia. Castelvetrano chiede giustiza!
Il processo, l’audizione del poliziotto che seguì la giudice per 12 anni. E intanto lei attacca su Panorama: “Tanti figli di magistrati nella mia sezione”
«Ogni settimana, andava nei ristoranti più costosi della città e della provincia, ma anche oltre, nel Messinese. E poi in negozi esclusivi: Hermes, Gucci, Louis Vuitton». L’agente di scorta Achille De Martino racconta la bella villa della giudice Silvana Saguto, accusata di aver gestito in maniera allegra i beni sequestrati alla mafia e di aver intascato delle mazzette dal “re” degli amministratori giudiziari, l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara.
«Quando scoppiò il caso con le perquisizioni, nel settembre 2015, io non ci credevo – premette l’assistente capo della polizia che ha scortato la giudice Saguto dal 2004 al 2016, rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso – per me era una giudice integerrima. Ma poi anche io ho iniziato ad avere dei sospetti». E giù con una lista di spese “esorbitanti”: «Molte erano per i figli», spiega il poliziotto nell’aula del tribunale di Caltanissetta. «Il figlio Elio si era inizialmente iscritto alla facoltà di Medicina di Varese, poi passò a Roma dove andò ad abitare in un costoso residence con piscina e campo da tennis. E quando tornò a Palermo, prese in affitto la casa del figlio del dottore Natoli, in un altro residence di Mondello pure questo con piscina e campo da tennis». Dopo l’avviso di garanzia per la madre, il figlio tornò a casa dei genitori. E anche la giudice iniziò a ridimensionare le spese: «Ad esempio, non andava più nel parrucchiere più costoso, ma in un centro commerciale. E non comprava più dolci da Costa se andava a cena da amici, ma faceva la torta in casa».
Intanto, mentre il processo entra nel vivo, la giudice resta la grande assente nell’aula del processo di Caltanissetta. Preferisce difendersi dalle pagine del settimanale Panorama. In un’intervista che uscirà sul prossimo numero passa al contrattacco. Dice: “C’erano i figli di tanti giudici a lavorare in quella sezione”. La sua sezione. “La legge dice che gli amministratori giudiziari devono essere persone di fiducia, chi meglio dei parenti di un magistrato?”.
Silvana Saguto va anche oltre. Gli insulti ai figli di Borsellino, registrati nel corso delle intercettazioni? “Non ho apprezzato il loro atteggiamento”. Gli agenti mandati a ritirare le scarpe? “Era una questione di sicurezza”. La spesa di 15 mila euro mai saldata al supermercato? “Un debito. E comunque della spesa si occupava mio marito”.
Fonte : La Repubblica
Redazione Il Circolaccio