Renzi, ‘non prendiamo lezioni di antimafia da Scarpinato’
“Io quando penso a Roberto Scarpinato penso alle pagine di Luca Palamara. Il sistema Montante, le raccomandazioni. Noi non prendiamo lezioni di antimafia da chi come Roberto Scarpinato ci cela il suo rapporto con Montante e siamo costretti a leggerlo sul libro di Palamara”. Lo ha affermato Matteo Renzi, durante un’iniziativa elettorale a Palermo.
Ci sono fatti che attestano, nero su bianco, come Roberto Scarpinato, da magistrato, aveva pubblicamente tirato la volata ad Antonello Montante. Ci sono molte pagine poco chiare nell’intenso rapporto tra magistrati, Montante e certa antimafia. Rapporti che la magistratura ha spesso buttato nel cassetto delle archiviazioni. Relazioni strane e fuori dalla trasparenza democratica. Un sistema che si avvale ancora della schiena prona di diversi giornalisti pronti ad attaccare chi si permette di parlare male di questo tipo di antimafia. Un potere che è stato voluto da una precisa parte politica e che ha condizionato l’opinione pubblica a favore di precisi interessi. La lotta alla mafia si fa alla luce del sole come insegnava Don Puglisi. Ancora in molti si chiedono perchè Scarpinato, insieme a Lo Forte ,fece archiviare il fascicolo su mafia e appalti su cui lavorava Borsellino?
Scarpinato nel 2011 tifava per Montante
È storia nota che tra gli appunti di Antonello Montante, l’ex presidente della Confindustria siciliana condannato per associazione mafiosa e per aver organizzato un’attività di dossieraggio, sono emersi rapporti non proprio limpidi con dieci magistrati in quegli anni stavano a Caltanissetta. Tra di loro campeggia il nome di Roberto Scarpinato, fino a poco tempo fa capo della procura generale di Palermo.
Nel nuovo libro intervista “Lobby e Logge”, Palamara rivela il perché scattò l’operazione “salviamo il soldato Scarpinato” e, a detta sua, per logica conseguenza, tutti gli altri. Dagli appunti emerge che Montante ebbe rapporti molto intensi con Scarpinato e compaiono diverse richieste di raccomandazione da parte di quest’ultimo. Ma, fra gli appunti di Montante, salta all’occhio quello datato 3 maggio 2012 con la dicitura: «Scarpinato mi consegna composizione del Csm con i suoi iscritti per nuovo incarico, procura generale Palermo più Dna». E c’è pure la stampa del documento con la composizione del Csm con appunti manoscritti, in cui per ciascun componente è indicata la corrente di appartenenza, e per quelli eletti dal Parlamento il partito di appartenenza, e sul margine sinistro del foglio annotata la seguente scritta: «Due alternative, o Lari procuratore generale a Caltanissetta e non fa concorrenza».
Alla domanda di Alessandro Sallusti sul fatto che tale richiesta di Scarpinato sa tanto di richiesta di raccomandazione a una persona esterna alla magistratura – che poi si scoprirà essere a capo di una lobby mafiosa – ritenuta in grado di interferire con le decisioni del Csm, Palamara rivela come si è attivato il meccanismo di protezione nei confronti del magistrato ritenuto membro del Gotha dell’antimafia siciliana. La procura di Catania è quella deputata ad indagare i magistrati di Caltanissetta. Ma archivia tutto. La parte più interessante che rivela Palamara nel libro, è il finale delle motivazioni: « (…) In conclusione resta accertato che in ambito di rapporti più o meno istituzionali del presidente di Confindustria di Caltanissetta con molti magistrati del distretto nisseno, questi ultimi hanno chiesto l’interessamento dell’imprenditore per una possibile sistemazione lavorativa di parenti e amici, o l’interessamento per la propria carriera, e ciò sia in considerazione delle amicizie altolocate di Montante, numerose sono le annotazioni di incontri con ministri o altri soggetti politici di vertice, sia in relazione al suo ruolo di imprenditore e presidente degli imprenditori, ma tale condotta, in assenza di altri elementi di difficile accertamento, per quanto discutibile, non può certo ritenersi illecita».
Fonte: Il Riformista- Blog S. francesco