
di Achille Colombo clerici
Con un successo superiore alle aspettative, ha appena chiuso i battenti il Salone del Mobile di Milano dopo 18 mesi di blocco dovuto alla pandemia. E’un forte segnale di ripresa della città e del Paese, non soltanto da un punto di vista economico, ma – soprattutto – culturale, di creatività, di coraggio di impresa, come ha affermato, all’inaugurazione, il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Un messaggio che valica i confini nazionali riproponendo all’estero l’attrattività della città motore d’Italia.
Ce n’era, ce n’è bisogno. Le ricadute della pandemia sul comparto immobiliare sono lungi dall’essere smaltite. Se è vero che si è riscoperta la centralità della casa e la necessità di investire nel luogo in cui si abita è altrettanto vero che in una buona percentuale – secondo alcune analisi, dal 15 al 30 per cento – l’alloggio, a causa dello smart working, è diventato anche luogo di lavoro. Ne soffre il comparto degli uffici e dei negozi. Nelle grandi città europee, nell’ultimo trimestre del 2020, le transazioni per uffici sono risultate inferiori del 60 per cento, rispetto ad un anno prima e anche per l’altro grande comparto – i negozi – la discesa è stata del 40 per cento. Milano non fa eccezione.
Per quanto riguarda il residenziale, dal semicentro e dalle periferie aumenta il deflusso verso le città dell’ex hinterland. Inoltre la ripresa edilizia, dovuta in buona parte a operazioni impostate ante pandemia, sta immettendo sul mercato un numero crescente di alloggi: ma all’aumento dell’offerta non corrisponde un aumento della domanda.
Inoltre: il boom del superbonus per l’efficientamento energetico degli edifici mostra il rovescio della medaglia: i prezzi dei materiali e delle attrezzature legati all’edilizia sono aumentati a dismisura (per citare, l’acciaio per il cemento armato +243%) tanto che per un cappotto termico si sono registrati incrementi dei prezzi del 60% a mq.
C’è chi ne gode. Ad esempio il Fisco. Il gettito del mercato immobiliare (assieme all’Iva) traina la ripresa delle entrate tributarie: l’imposta di registro complessivamente ha generato entrate per oltre 3 miliardi di euro (+43,9%), tasse e imposte ipotecarie hanno di poco superato un miliardo di euro (+36,6%) e i diritti catastali e di scritturato si sono attestati a 430 milioni di euro (+36,9%).
Con buona pace dell’Ocse che ancora pochi giorni or sono ha sollecitato il Governo italiano a implementare il prelievo fiscale del comparto immobiliare.