
Il saggio (in portoghese) è stato pubblicato nei giorni scorsi in Brasile per l’Editora Juruà.
Nota dell’Autore
La crescita preoccupante delle destre neofasciste in diversi Paesi europei dovrebbe indurre i ceti dirigenti politici, gli intellettuali e i cittadini tutti a interrogarsi sulle cause che la determinano e quindi sul futuro politico cui va incontro la nostra democrazia. Soprattutto in Italia dove il ventennio fascista segnò, tragicamente, la storia politica e civile del popolo italiano.
In questo libro si affronta, sulla base di nuove ricerche documentarie e di un nuovo approccio storico e politico, l’episodio del clamoroso attentato, avvenuto a Roma il 7 aprile de 1926, a danno di Benito Mussolini presidente del Consiglio dei ministri.
Anno cruciale, drammatico il 1926 in cui si registrarono ben quattro attentati alla vita del
Duce e furono introdotte le “leggi fascistissime” che diedero vita al regime dittatoriale.
L’attentato che qui trattiamo fu sicuramente il più pericoloso per la vita del Duce il quale, grazie a un colpo di fortuna, se la cavò con una leggera ferita al naso. Fu la nobildonna irlandese, Violet Gibson a sparare, da distanza ravvicinata, con una pistola fornitale dall’on. Giovanni Antonio Colonna, duca di Cesarò e barone di Ioppolo Giancaxio, il quale, dopo il brutale assassinio del suo amico Giacomo Matteotti si collocò in una posizione antitetica al fascismo, fino a spingersi (anche se le carte ufficiali non lo ammettono) ad attuare questo atto intrepido, coraggioso che poteva cambiare il corso della storia italiana e forse anche europea.