
Possibile che il boss si è divertito per anni e nessun sistema investigativo lo abbia beccato? I dubbi sono tanti. La stampa antimafia filo “PM” preferisce parlare di altro
Tanto rumore per il film che uscirà e nessuno che cerca di capire come mai il boss è riuscito a sfuggire a controlli e intercettazioni pur rimanedo nella sua terra.
Hanno intercettato per anni pure le pietre. Parenti, vicini di casa, parenti dei parenti. Gatti e cani. Gente che non aveva nulla a che fare con il boss tempestata di controlli. Aziende , persone finite in carcere dopo il suo arresto e che hanno lavorato in aziende intercettate e investigate per anni. Insomma per anni e anni il territorio era super controllato(vedasi i costi per lindagini) .
Andrea Bonafede, noto nella sua città, ha lavorato alla famosa piscina “acquasplash” di Campobello di Mazara ed era amico di un noto imprenditore indagato per decenni(scomparso di recente). Le sue aziende per anni sono state oggetto di indagini e sequestri. Come è possibile che esperti investigatori non abbiano sentito nulla in questi lunghi anni su Bonafede?
Il problema è la proezione di un film che, secondo le prime notizie è anche errato nella narrazione, o è sapere la verità sui tanti buchi investigativi che hanno consentito a “Iddu” di godersi la vita mentre le inchieste fioccavano e un territorio veniva bruciato a tutto tondo? Come mai nessun brillante investigatore ha pensto di infiltrare qualcuno negli ospedali del territorio?
Un uomo che si avvicina ai 60 anni non può fare a meno dei medici. Lo dicono le statistiche. La sua vita poi non era da uomo della sua età. Donne, sesso e altro senza mai sentirsi male? Durante il Covid si è pure vaccinato. Gli errori commessi sono davvero tanti. Anche perdere tempo dietro a gente morta di fame e che a Messina Denaro avrebbe fatto solo danno. Il boss non avrebbe mai cercato gente bruciata. Lui cercava donne e gente fidata , pulita al Tribunale e con bisogno di soldi e senza grilli per la testa. Gente che non aveva nulla di speciale per attirare attenzione. Gente che si confondeva come Lui, nella foresta tanto caro al defunto mafioso. Invece d cercare nella quotidianità , gli investigatori andavano dietro a piste fatte più di fuffa che di sostanza. La fuffa faceva scruscio e dava visibilità , andare dietro ai piccoli dettagli no. Malafede? Non vogliamo crederci. Però, in Italia , non si sa mai.
Quanto Viagra ha consumato con tutte queste amanti? Magari li comprava in farmacia tranqullamene e senza farsi notare. Oppure aveva tutto a disposizione? O era un super amante o doveva fare uso di farmaci per tenere i ritmi.Un uomo sessantenne può reggere a tutte queste relazioni senza aiuti sanitari.? La medicina dice che un uomo di quella età non poteva avere tanti rapporti senza aiuti. Pensare il boss fare flop a letto ci viene difficile
Le rivelazioni dell’amante di Messina Denaro: “Insieme a lui per 3 anni: ecco cosa faceva durante la latitanza”
Dossier svela il contenuto del verbale di una donna di 38 anni, legata al boss dal 2019 al 2022, che racconta di viaggi, cene a Mondello e Sferracavallo, una vacanza in un resort dell’Addaura e perfino lo shopping al Conca d’oro. Gli incontri in uno dei suoi covi e la scoperta della malattia. Ma giura di non aver capito chi fosse: “Si è presentato come il dottore Francesco Averna, viveva in via Belgio…”
Cosa faceva Matteo Messina Denaro durante la sua trentennale latitanza? Dove andava, cosa mangiava, come si vestiva e come si comportava? Chi era il boss stragista, tra i criminali più ricercati al mondo, catturato il 16 gennaio del 2023 e stroncato nove mesi dopo da un tumore, quando si nascondeva? Come ha scoperto di essere malato e come ha vissuto il fatto di sapere che non avrebbe avuto scampo? Chi lo ha protetto per tre decenni? A diverse di queste domande – che sono poi in parte anche quelle che si pongono gli investigatori – risponde una delle sue amanti, che con lui ha intrattenuto una relazione tra ottobre del 2019 e aprile del 2022, quindi in tempi molto recenti. Dossier ha potuto leggere le 208 pagine – zeppe di nomi, luoghi e indicazioni importanti per le indagini – in cui la donna di Campobello di Mazara. La chiamava Kokka e la portava in giro per tutta la Sicilia, tra negozi per fare shopping e ristoranti di lusso. E nello stesso periodo , come da indagini, intratteneva altre relazioni a Campobello. Le donne non mancavano al boss. E chi intercettava non ha mai sentito nulla?
Il boss, secondo quanto ha raccontato la testimone agli inquirenti, si sarebbe presentato nel suo negozio di frutta e verdura come il “dottore Francesco Averna”, all’epoca 57 anni, nato non il 26 aprile 1962 (sua reale data di nascita) ma il primo maggio, residente a Palermo “nella zona di via Belgio”, “divorziato”, “medico anestesista in aspettativa in una clinica privata” del capoluogo, “padre di due figlie ormai grandi”, che avrebbe cresciuto in buona parte da solo perché piantato dalla moglie quando aveva scoperto una sua tresca con la sorella.
Messina Denaro avrebbe confidato all’amante di avere una madre anziana “accudita da una badante a Castelvetrano”, che “si chiamava Lavinia come una delle sue figlie”, e di avere anche “un cagnolino”, quello che utilizzava come foto profilo sui social. Il medico Averna “era ricco e benestante”, con “un portafoglio molto pregiato, pieno di soldi tutti messi ordinati” e una copia de “L’origine del mondo” di Gustave Courbet a sovrastare il letto dell’alcova – che poi era il covo di via San Giovanni a Campobello – in cui “due volte a settimana” la coppia si incontrava.
Messina Denaro se ne strafotteva di controlli e indagini. Troppo sicuro di non essere fottuto. Poi, un giorno, qualche medico avrà emesso la sentenza senza appello e avrà detto al boss:”Ti restano pochi mesi non ci sono più cure efficaci e sono quelli dei dolori terribili” . Magari avrà capito che le donne non potevano aiutarlo così come qualche colletto bianco le stellette. Ci volevano gli ospedali di livello. Forse avrà capito che era finita. E magari , in quel momento avrà pensato di farsi trovare. La verità non la sapremo mai. Troppe le concidenze che non coincidono. Quindi, meglio fare fumo con il film