Dal 16 al 24 settembre, all’interno del Milano Photofestival, il lavoro di Guido Bartoli ispirato a Verifiche di Ugo Mulas sarà esposto nella Chiesetta di San Carlo alle Rottole
INAUGURAZIONE
Sabato 16 settembre, ore 16
Chiesetta di San Carlo alle Rottole
Via Palmanova, 18 Milano
(MM2 fermata Udine o Lambrate)
(Milano – 11 settembre 2023) – La Chiesetta di San Carlo alle Rottole, in via Palmanova, 20 a Milano, è pronta ad ospitare Le Verifiche 2.0 di Guido Bartoli. La mostra, inserita nel calendario del Milano Photofestival, la rassegna milanese di fotografia, sarà inaugurata sabato 16 settembre alle 16 e rimarrà aperta fino al 24 settembre.
Il lavoro di Guido Bartoli è ispirato a “Verifiche” di Ugo Mulas, opere concettuali che rappresentano un’importante riflessione sul ruolo del fotografo, sui materiali e sulle tecnologie. Mentre Mulas crea nell’epoca della fotografia analogica, Guido Bartoli ripete il procedimento di analisi utilizzando la fotografia digitale e quindi adattando le verifiche alla nuova realtà della comunicazione.
Sono quattro le sezioni in cui si dividono Le verifiche 2.0: Il procedimento digitale, I materiali del linguaggio, L’importanza degli strumenti, La postproduzione. La prima parte indaga le caratteristiche del procedimento digitale e la diversità con quello fotochimico, mentre la seconda l’influenza che esso ha sull’estetica dell’immagine. La terza il cambiamento indotto dalle nuove tecnologie e l’ultima la potenza della postproduzione e le sue possibilità.
Questa riflessione porta ad interrogarsi, oltre che sulla grande evoluzione tecnologica di questi anni, sulla pervasività delle immagini nella nostra società. Oggi assistiamo all’uso di tecnologie sempre più potenti che possono diventare un’arma nelle mani di pochi, saturando i canali dell’informazione e condizionando la vita delle persone.
Già Mulas alla fine degli anni ’60 nelle sue Verifiche, citando Robert Frank, mette in luce il problema, riportando la frase secondo cui “l’aria è infetta per la ‘puzza’ di fotografia”. Se in quegli anni l’argomento veniva già discusso ed era attuale, queste parole oggi hanno ancora più valore, dato che si scattano miliardi foto all’anno.
Altro tema è quello della robotizzazione del processo creativo, per cui macchine sempre più sofisticate migliorano o creano da zero le immagini, a scapito dell’originalità e con l’effetto di una omologazione estetica.
L’immagine Foto non fatta, Bartoli la dedica proprio a Ugo Mulas in ricordo della sua omonima Verifica. Come già Mulas, Bartoli esorta ad uno stop, “E’ necessario prendersi una pausa, un’occasione per ritornare a vedere la realtà con i propri occhi. Per fare una fotografia, anche digitale, sono necessari la luce e un fotografo, non una macchina, anche se molto sofisticata“ conclude il fotografo Guido Bartoli. In occasione dell’inaugurazione della mostra, curata da Paola Sammartano, viene anche presentato il libro Le verifiche 2.0, disponibile in edizione limitata.