SANITÀ, NURSING UP DE PALMA, FUGA INFERMIERI LOMBARDI IN SVIZZERA: LA
POLITICA LOCALE HA APERTO GLI OCCHI, DOPO L’INDENNITÀ DI CONFINE ARRIVA
LA PROPOSTA DELLE CASE POPOLARI PER GLI OPERATORI SANITARI. DALLE
PAROLE, ADESSO, SI PASSI AI FATTI».
ROMA 12 GIU 2023 – «Prima la mozione del Pd locale che ha proposto una
indennità di confine, come noi stessi abbiamo chiesto a Bertolaso.
Adesso la proposta di Fratelli d’Italia che chiede di agevolare il
personale sanitario, delle province di Sondrio, Como, Lecco e Varese,
per quanto riguarda il “caro affitti”, consegnando, a chi ne faccia
domanda, un alloggio popolare che possa consentire di affrontare con
maggiore serenità l’aumento spropositato del costo della vita.
La politica lombarda apre finalmente gli occhi, non c’è dubbio su
questo, ed è palese, non entrando nel merito dell’efficacia o meno delle
proposte, che, sia gli esponenti di destra che quelli di sinistra hanno
finalmente compreso l’emergenza legata all’emorragia di infermieri che
fuggono letteralmente verso la vicina terra elvetica.
Tutto questo è il segnale evidente, e ne siamo fieri, che le nostre
denunce hanno colto nel segno e in particolare, lo evidenziano i
contenuti dei nostri comunicati stampa, siamo il primo sindacato in
Italia che riporta costantemente report periodici sulla fuga di
operatori sanitari all’estero».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Siamo da tempo in costante rapporto con le agenzie che si occupano di
reclutare infermieri per gli ospedali oltre confine, e gli stessi media
svizzeri si sono interessati alle nostre inchieste.
Stipendi che partono da 3mila euro mensili e possono toccare anche gli
8mila euro, con le spese legate al caro vita nettamente ridotte nel caso
degli infermieri lombardi che scelgono la strada del pendolarismo,
vivendo nelle zone di confine.
Solo negli ultimi 3 anni ben 350 infermieri si sono dimessi dagli ordini
professionali lombardi e ora sono assunti in pianta stabile in Ticino o
in altre zone della Svizzera.
Qui da noi stipendi del genere, legati a prospettive di carriera ben più
concrete sono, almeno per il momento, pura utopia.
La nostra recente Assemblea Plenaria di Milano con la manifestazione
davanti alla Regione ed il successivo incontro con il team
dell’assessore Welfare, Bertolaso, ha avuto lo scopo di ribadire a gran
voce i disagi della sanità lombarda, che pesano come macigni sugli
infermieri e sulla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini.
Prima il Pd, adesso Fratelli d’Italia, lo avevamo ribadito senza mezzi
termini: in questo momento così delicato non conta il colore politico
bensì servono sinergie e strategie comuni per arginare l’emorragia di
infermieri verso altri Paesi Europei.
Certo, se anche la proposta di una casa popolare potesse essere utile a
trattenere qualche famiglia di infermieri ben venga, ma non la si
consideri la soluzione.
Non si dimentichi che la priorità è quella di una strutturale
valorizzazione economica degli infermieri e delle altre professioni
sanitarie ex legge 42/1999, che in Lombardia, come in tutti gli altri
territori, è fondamentale per bloccare fughe all’estero e anche il
pericoloso fenomeno delle dimissioni volontarie.
Senza infermieri, continueremo a denunciarlo senza arrenderci mai, non
c’è futuro per il nostro sistema sanitario», conclude De Palma.
Sanità, Nursing Up De Palma, fuga infermieri lombardi in Svizzera: la politica locale ha aperto gli occhi, dopo l’indennità di confine arriva la proposta delle case popolari per gli operatori sanitari. Dalle parole, adesso, si passi ai fatti».
ROMA 12 GIU 2023 – «Prima la mozione del Pd locale che ha proposto una indennità di confine, come noi stessi abbiamo chiesto a Bertolaso. Adesso la proposta di Fratelli d’Italia che chiede di agevolare il personale sanitario, delle province di Sondrio, Como, Lecco e Varese, per quanto riguarda il “caro affitti”, consegnando, a chi ne faccia domanda, un alloggio popolare che possa consentire di affrontare con maggiore serenità l’aumento spropositato del costo della vita.
La politica lombarda apre finalmente gli occhi, non c’è dubbio su questo, ed è palese, non entrando nel merito dell’efficacia o meno delle proposte, che, sia gli esponenti di destra che quelli di sinistra hanno finalmente compreso l’emergenza legata all’emorragia di infermieri che fuggono letteralmente verso la vicina terra elvetica.
Tutto questo è il segnale evidente, e ne siamo fieri, che le nostre denunce hanno colto nel segno e in particolare, lo evidenziano i contenuti dei nostri comunicati stampa, siamo il primo sindacato in Italia che riporta costantemente report periodici sulla fuga di operatori sanitari all’estero».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Siamo da tempo in costante rapporto con le agenzie che si occupano di reclutare infermieri per gli ospedali oltre confine, e gli stessi media svizzeri si sono interessati alle nostre inchieste.
Stipendi che partono da 3mila euro mensili e possono toccare anche gli 8mila euro, con le spese legate al caro vita nettamente ridotte nel caso degli infermieri lombardi che scelgono la strada del pendolarismo, vivendo nelle zone di confine.
Solo negli ultimi 3 anni ben 350 infermieri si sono dimessi dagli ordini professionali lombardi e ora sono assunti in pianta stabile in Ticino o in altre zone della Svizzera.
Qui da noi stipendi del genere, legati a prospettive di carriera ben più concrete sono, almeno per il momento, pura utopia.
La nostra recente Assemblea Plenaria di Milano con la manifestazione davanti alla Regione ed il successivo incontro con il team dell’assessore Welfare, Bertolaso, ha avuto lo scopo di ribadire a gran voce i disagi della sanità lombarda, che pesano come macigni sugli infermieri e sulla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini.
Prima il Pd, adesso Fratelli d’Italia, lo avevamo ribadito senza mezzi termini: in questo momento così delicato non conta il colore politico bensì servono sinergie e strategie comuni per arginare l’emorragia di infermieri verso altri Paesi Europei.
Certo, se anche la proposta di una casa popolare potesse essere utile a trattenere qualche famiglia di infermieri ben venga, ma non la si consideri la soluzione.
Non si dimentichi che la priorità è quella di una strutturale valorizzazione economica degli infermieri e delle altre professioni sanitarie ex legge 42/1999, che in Lombardia, come in tutti gli altri territori, è fondamentale per bloccare fughe all’estero e anche il pericoloso fenomeno delle dimissioni volontarie.
Senza infermieri, continueremo a denunciarlo senza arrenderci mai, non c’è futuro per il nostro sistema sanitario», conclude De Palma.