
Era il 28 aprile 2017 ,questo il suo sintetico commento di quel giorno :
“Il sindaco di Castelvetrano, avv. Felice Errante si è dimesso oggi a 40 giorni al termine del mandato elettorale. Commosso ed emozionato, Errante ha dichiarato: ho registrato la lacerazione di tanti rapporti personali per colpa della “politica”, la qual cosa mi ha addolorato più di tante altre . Negli ultimi anni ho dovuto rinunciare ad una vita sociale normale, ma questo era nel conto, e per il rispetto che è dovuto alla carica che ho rivestito, ho subito in silenzio attacchi di ogni genere, specie sui social, alcuni dei quali clamorosamente falsi ed infamanti.”
Molti furono i dispiaciuti di questa sua scelta e molti i soddisfatti. Tra questi anche i tanti “amici” che, nel momento critico, passarono tra coloro che lo classificarono tra i peggiori sindaci della città.
Ci fu un attacco mediatico forte.
Una delle cause dell’attacco fu anche la presenza di Lillo Giambalvo in consiglio comunale. Politicamente un errore grossolano. Quel contesto , davvero pesante, forse pochi oggi lo ricordano. Gli amori di Messina Denaro hanno un pò drogato l’informazione e la recente storia.
Quei mesi non si possono dimenticare. Perchè Errante lascia la corte di Pompeo , suo sponsor nel 2012, per andare
con Lo Sciuto ?
Domanda rimasta senza una risposta chiara.
Mesi durissimi per la città
Castelvetrano fu presa di mira , per la latitanza di Matteo Messina Denaro e il caso Giambalvo che, con l’assoluzione in tasca, non rinunciò a tornare a Palazzo Pignatelli. L’ antimafia politica si buttò a capofitto sulla crisi castelvetranese. C’ erano diversi conti da regolare. Errante era stato benedetto pure da Rosario Crocetta . In quel periodo scoppia pure il caso Montante e Saguto. Qualcuno in quei giorni tira fuori pure la relazione Dagnino e i debiti del comune, cercando di scaricare tutto su Errante. E’ evidente che qualcuno cercò di salvarsi il culo. La crisi di Errante era una occasione unica per togliere polvere dai cassetti. 30 milioni di debiti non si fanno in 4 anni.
L’ operazione Artemisia e l’ azzeramento della candidatura Perricone
Nel 2019 Errante viene arrestato nell ‘ operazione Artemisia insieme a Giovanni Lo Sciuto. Anche l’ aspirante a sindaco, Perricone viene fermato . Errante rimarrà ai domiciliari per alcune settimane. Attualmente, l’ ex sindaco , è ancora in attesa del giudizio di primo grado , per una sospetta loggia segreta ( legge Anselmi) . Nelle carte processuali di “Artemisia” non si parla di mafia e di reati collegati al comune. Si parla di una loggia occulta e di un presunto centro di potere capace di condizionare l’ Ente. Un Ente che per 20 anni ha visto il gruppo di Lo Sciuto sempre perdente nella corsa al comune. Qualcuno si ricorderà lo slogan : ” giu’ le mani dalla città”. Lo Sciuto coronerà il suo sogno solo nel 2015. Un sogno che diventerà incubo e che lo porterà ad essere processato.
Misteri e furbi non puniti
L’ operazione Artemisia nulla contiene sullo scioglimento per mafia del comune, ordinato dall’ ex Ministro Pd, Minniti. Di tutto quello che scrisse e disse Rosy Bindi e che fu scritto nella relazione del Prefetto Triolo , nessuna indagine si è concretizzata su eventuali responsabili di reati collegati all’ attività dell’ Ente. Almeno, secondo quanto è di pubblica conoscenza, per motivi mafiosi, non esiste un processo sul comune. E’ sempre opportuno ricordare che Felice Errante non governò da solo. Fu eletto da una atipica coalizione dove, la destra finiana si alleò con il Pd , per il tramite dell’ Udc diretto a Castelvetrano dal defunto , Gianni Pompeo , sindaco della città fino al 2012. Errante fino al 2015 rimase fedele al patto elettorale del 2012. Sempre nel 2015 ,decise di abbandonare il Pd e Pompeo. Questa scelta costò cara all’ ex sindaco e alla città . Inizia la guerra tra chi aveva considerato Errante l ‘ erede politico di Pompeo e Bongiorno e tutto il nuovo gruppo che girava attorno ad Angelino Alfano e all’ ex deputato Lo Sciuto.
A GIUGNO DELLO STESSO ANNO NON SI VOTERA’. Minniti blocca tutto . Il comune è infiltrato di mafia e non si può votare.
A sei anni dallo scioglimento, ancora attendiamo di sapere chi, dentro il comune, ha aiutato negli anni la cosca di Castelvetrano negli affari e appalti. Attendiamo di sapere pure altro. Chi ha fatto fallire il comune? Chi dava le licenze al re dei supermercati, Grigoli e altri imprenditori in odor di mafia? Chi ha preso lavori con gare pilotate? Chi ha guadagnato palate di soldi con le lottizzazioni ? Chiacchiere tante e condanne zero.
Oggi sappiamo che il malefico boss se la godeva a Campobello tra amanti , amici mai sgamati e bottiglie di vino pregiato. In quel momento, ovvero quello delle dimissioni di Errante, le fabbriche del sospetto , dove i maggiori azionisti erano alcuni dell’ antimafia politica , la stampa di regime e i nemici dell’ ex sindaco, furono autorizzate a produrre palle di fuoco e fango a quintali e spararle dove volevano. Messina Denaro assisteva alla guerra e alla distruzione di Castelvetrano con il bicchiere di vino in mano e al suo fianco tante donne e sodali furbi ai suoi piedi . Un mafioso spietato , cinico e molto sicuro della sua latitanza , che viveva nel lusso sfrenato e che godeva vedendo le cazzate fatte dall’ antimafia di potere e da alcuni magistrati. A distanza di anni, possiamo dire, senza sensi di colpa che, sul comune di Castelvetrano, la giustizia ha fallito. Nessun responsabile per i debiti e nessun colluso con la mafia secondo le indagini mai sfociate in processi . Questo dice la voce dei tribunali. Molti sostenitori di Errante, visto il vento forte, hanno pensato bene di riciclarsi mettendosi panni nuovi . I furbi in Sicilia vincono sempre. L’ unico , adesso , che potrebbe dirci tante verità sul comune di Castelvetrano e sugli intrighi cittadini, è il boss Matteo. Magari parlasse. Molte cose si chiarirebbero. E’ un vigliacco. Non parlerà. Qualcuno da proteggere? Forse. E i veri colpevoli furbetti , sanno bene che Lui non parlerà.
Ass. Verità e giustizia