Da Giletti , sul canale ” La 7 ” , domenica scorsa, importanti scoperte investigative.
Il boss era pieno di certezze e non temeva di essere beccato. Addirittura , andava a mangiare in un locale , (sembra di Palermo) frequentato da uomini della DIA . Ieri sera la testimonianza del titolare del ristorante che lascia senza parole. Ci può stare che non temesse di essere riconosciuto. Anche se la stampa di regime antimafia ha accusato tanti cittadini di non aver denunciato, vista la somiglianza( discutibile) con gli identikit. Il tema questa volta è un altro: la sua tranquillità, la sua esagerata sfacciataggine. Andava in giro senza problemi, si faceva visitare in ogni dove, frequentava locali pubblici e si permetteva di fare una vita “normale” anche con donne e amici. £0 anni di ricerche , migliaia di uomini impegnati, montagne di soldi spesi e il boss se ne fotteva. Poi il pizzino trovato a dicembre dai Ros cambia tutto
Sintomo evidente che si sentiva protetto. Matteo il sanguinario, non è il tipo da colpi di testa. Qualcuno lo proteggeva tra le divise? Sono tanti gli elementi che inducono a pensare che il boss avesse collegamenti dentro i palazzi che contano. Il paradosso ? Mangiare a due passi di uomini specializzati per arrestarlo.
Chissà quante risate si è fatto il boss quando leggeva degli arresti di gente che con Lui non aveva nulla a he fare
Indagini sbagliate e strane distrazioni, sono solo frutto del caso? Eppure, nel nome del sua lunga latitanza, sono state accusate e arrestate centinaia di persone . E’ stato usato lo “strascico” . A cu pigghiu pigghiu.
Microspie ovunque e il boss tranquillo
E il boss se la spassava pure davanti alle divise e dava ordini sul posizionamento di telecamere e cimici. Alcuni dei tanti fottuti dalle indagini, hanno sempre detto di essere innocenti. Eppure, la stampa antimafia e alcuni Pm non hanno esitato a mandarli al rogo. Arrestavano un boss mezza calzetta e facevano ammucchiate di ogni genere. Certo che pensare a Matteo al ristorante con l’antimafia a due passi viene dura da digerire Occhi strabici e poca organizzazione hanno facilitato il lavoro delle talpe che potevano anche depistare
Dalla trasmissione :Non è l’Arena
«Lui (Matteo Messina Denaro, ndr) era seduto qua e in un tavolo vicino c’era pure la Dia (Direzione investigativa antimafia, ndr)». È quanto racconta un testimone oculare, con ogni probabilità il gestore del ristorante, ad un interlocutore in una conversazione ottenuta dalla trasmissione Non è l’Arena, che ne trasmetterà questa sera la registrazione integrale – insieme, annuncia il programma di Massimo Giletti – a “nuovi audio esclusivi del boss di Cosa Nostra“. Nell’estratto anticipato, si sente un uomo riferire che «io ogni giorno ho la scientifica e la Dia a mangiare qua». «Lei mi sta dicendo che Messina Denaro…», inizia a chiedere incredulo l’interlocutore rispetto alla presunta compresenza dell’ex superlatitante e degli inquirenti anti-mafia nella trattoria. Risponde ancor prima la domanda sia finita l’uomo: «Sì, mentre lui stava qui loro (la Dia, ndr) anche».
A questo ennesimo episodio che aumenta di certo , la cappa dei misteri sull’ex latitante, si aggiunge la sua precisa conoscenza di siti con telecamere e microspie. Troppe cose non tornano. Sembra che, una parte di investigatori lo cercasse davvero e altri correvano ai ripari per aiutarlo. I dati investigativi fin qui conosciuti sono spesso contrastanti. Nel nome di Matteo , alcuni investigatori con l’ ok dei Pm hanno rovinato la vita anche a persone che non solo non conoscevano il boss ma non pensavano minimamente di aiutarlo. Piste strane che , probabilmente facevano sentire sicuro il boss. La vicenda del Prof. Vaccarino docet. Ci sono altri casi di gente mortificata da inchieste sbagliate e anche disastrose per la cattura del capo mafia . Messina Denaro non è un cretino. Non si sarebbe permesso un passo pericoloso per la sua libertà. Lui sapeva che tra le divise qualcuno era dalla sua parte. Se non si scoprono queste talpe e il motivo dell’aiuto, la mafia non potrà sentirsi sconfitta. Non bastano le passerelle e i concerti. Serve la verità Verità , purtroppo, spesso offesa anche da libri e articoli sbagliati che , oggi è anche possibile pensare come frutto di una strategia. Ci volevano i Ros per capire il ruolo di Rosalia Messina Denaro? Da 10 anni era sotto controllo da parte di altre forze di Polizia. Questo aspetto sulla sorella del boss, è stato evidenziato da Massimo Giletti e Sandra Amurri nel corso della puntata.
Ass. Verità e Giustizia