Mentre Il “cerchio si stringeva” , la “terra bruciava”,le microspie usate a quintali , il boss stava tranquillo e beato in zona , si godeva la vita e girava liberamente tra studi medici, centri diagnostici e ospedali. Qualcosa non torna
L’arresto di Matteo Messina Denaro è stato un duro colpo alla mafia. Ma a quale mafia? Una grande vittoria dello Stato. Già, ma di quale Stato? Con tutto quello che rimane irrisolto sulle stragi e i tanti misteri sull’agenda rossa di Borsellino, rimangono seri dubbi su diversi aspetti.
Durante la Pandemia, secondo una relazione della DIA, per la maggior parte delle associazioni di tipo mafioso la liquidità di cassa non è stata un problema, grazie al settore sanitario
A trent’anni esatti dall’arresto di Riina, Messina Denaro finisce in galera . Anche Lui, per mano dei ROS. Ma senza nulla togliere al giubilo, restano tanti dubbi irrisolti. Salvatore Baiardo parlava di operazione concordata, Piantedosi sapeva? La clinica di Palermo non sapeva? I medici sapevano? Alcuni inquirenti lo proteggevano? Certo la spavalderia del boss venuta fuori di recente, fa riflettere. Dalle chat , si evince la sua non paura di essere arrestato. “Si ni futtia altamente”. Era tranquillo , fino a quando ha saputo del peggioramento della malattia. Attorno a Lui arresti a gogo, e Il boss filosofeggiava. Arresti, processi e Lui rideva. Vedeva colpiti cittadini che con il boss non avevano nulla a che spartire e apriva bottiglie di vino pregiato per rimarcare la sua potenza.
Come dire :” poveri minchia annagghiaru senza motivo. A mia un mi toccanu“. Magari ne faceva motivo di vanto con i suoi pari. Oppure, quando si recava a Palermo nei “fistini” privati brindava con i suoi amici altolocati per i fottuti di turno , in nome del “cerchio si stringe” o delle varie terre bruciate. Chissà cosa avrà pensato sul caso Montante o del processo Saguto
Vorremmo tanto capire che faccia ha fatto quando ha saputo dell’arresto del Prof. Vaccarino e dei due carabinieri che lo cercavano nel 2019. Risate? Sicuramente. Magari avrà detto:” chi mi cerca veramente abbusca lignati“
QUANTE CAZZATE CI HANNO RACCONTATO?
Anche su certe inchieste ci sarebbe tanto da capire. Lo cercavano tra tra gli “strazzati” e Lui frequentava medici e alta società. I poveracci li usava per obbligarli a dargli l’identità o cose di piccola ordinarietà. Matteo era orgoglioso delle sue amicizie nei palazzi che contano. Nelle chat si atteggia a uomo vissuto e saggio. Le sue frequentazioni “alte” le sapremo mai? O cercheranno sempre poveracci e piccoli pesci?
Tanti i dubbi e le domande senza esito. Domande a cui difficilmente saranno date risposte. Anche i giornalisti integralisti di sinistra di quell’antimafia politica che ha solo pensato a demolire sono rimasti spiazzati. I loro capi non hanno risolto nessun problema.- La latitanza di Matteo Messina Denaro è servita a certi “figuri” per avere la “licenza” di demolire chiunque si mettesse nel mezzo. Alcuni libri, piene di fesserie avevano solo il compito di infangare e generare sospetti su determinati gruppi di persone. Pochi di loro si sono interessati al mondo della sanità. Troppi interessi .E poi. la sanità per diversi anni è stata gestita anche da gente di sinistra.(Crocetta docet) .Meglio non indagare. Gente che non ha mai mosso un dito per risolvere i problemi che nel territorio hanno aiutato la mafia. Il lavoro, l’impresa e la qualità della vita? Tutto da macchiare. Facile giudicare senza mai lavorare per risolvere qualcosa. Quando campi dei soldi dei tuoi genitori o sei impiegato pubblico, magari raccomandato è facile sparlare. Difficile è sbarcare il lunario quando ti devi alzare il culo dalla sedia per mangiare. Certi scienziati dell’informazione pensavano solo a denigrare. La mafia come la politica corrotta si compbatte togliendo la gente dal bisogno.
Messina Denaro in galera e le chat sentite da Giletti
Indubbiamente, l’ìarresto del boss è stato un colpo ad effetto, ma gli interrogativi non sono pochi e, al netto di una comprensibile soddisfazione per l’accaduto, rimangono molte ombre sulla cattura in sé del padrino. Molti media ricordano che Salvatore Baiardo, l’uomo che gestì la latitanza dei fratelli Graviano, aveva rilasciato un’intervista, mesi fa, a Massimo Giletti su La7, rivelando che Matteo Messina Denaro era “gravemente malato” e presto si sarebbe fatto catturare. Coincidenze? E poi, come si sapeva in giro della malattia? Le forze dell’Ordine sapevano pure?. Questa vicenda , ancora una volta, mette in ginocchio la credibilità dello Stato
Come faceva, il boss, con tutto quello che è stato sequestrato ad avere soldi a palate?
Possibile che alcuni settori non sono stati toccati volutamente?
La domanda è legittima. L’ex latitante si vantava del suo olio di pregio e delle sue olive che usava anche per regali specifici. Il settore olivicolo gira affari per decine di milioni di Euro da decenni . Settore che ha sempre visto i produttori schiacciati da un sistema economico assai atipico e gestito anche dai napoletani
Altro settore che in zona gira milioni di Euro a palate è quello della sanità. Tra privati e convenzioni varie la torta da spartire è ricca. Negli ultimi anni , il settore è lievitato in modo esponenziale. Quindi, il boss, avido di soldi , secondo le inchieste del passato, non avrebbe mai puntato gli occhi su questi ambienti e andava dietro gli appalti miserabili di alcuni comuni che per pagare le fatture, spesso, impiegano dai 12 a 18 mesi. E poi, in Sicilia, i grandi appalti recenti, come quello dell’Ospedale di Mazara del Vallo, sono stati gestiti quasi sempre dalle coop rosse emiliane e romagnole. I ritardi nei pagamenti potevano creare fastidio al boss. Lui aveva bisogno di soldi liquidi e subito. Negli ultimi anni i suoi interessi sono andati verso canali meno controllati. Lo capirebbe pure un bambino . Quante cazzate sono state scritte e quanti settori non guardati. La speranza di un futuro migliore, dopo l’arresto di Messina Denaro, rimane nell’esatta sterilizzazione dei suoi gangli economici virtuosi e mai toccati veramente. Se non si disinfetta l’economia subdola qualcuno rimarrà ancora potente
Fonte: Ass. Livatino, La Verità
Ass. Verità e Giustizia