
All’incontro organizzato da Assimpredil Ance “La Milano del passato presente futuro”
COLOMBO CLERICI: ATTRARRE INVESTIMENTI STRANIERI
Benito Sicchiero
All’incontro “La Milano del passato presente futuro” organizzato da Assimpredil Ance hanno partecipato numerosi e qualificati esponenti dell’imprenditoria, della cultura, della politica milanesi.
I lavori sono stati aperti dalla Presidente dell’associazione di costruttori Regina De Albertis e dal Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici; sono seguiti gli interventi di Gianni Verga, Past President Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano; Cristiana Rogate, Presidente Refe; Luca Pesenti, Professore di Sociologia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Enzo Albanese, Presidente F.I.M.A.A. Milano, Lodi, Monza e Brianza; Enrico Marcora, Consigliere Comune di Milano. Moderatore Fabio Massa, Giornalista Affaritaliani.it Milano.
Colombo Clerici: “La milanesità è un valore culturale che dobbiamo sempre aver in mente e che deve ispirare la vita della nostra città. Milano è una città umanistica, proiettata nella competizione globale e che in questo ruolo manifesta alcuni contrasti. La grande resilienza di Milano dipende soprattutto dalla sua cultura, imperniata su un pragmatismo operoso di stampo illuministico giansenista, teso al risultato: quell’ achievement che ormai è diventato l’elemento ispiratore di tutta la politica comunitaria. Lo sviluppo economico deve quindi considerarsi un fattore di produzione di risorse, senza le quali la città non può assolvere anche al suo compito culturale e sociale, sul piano di un’apertura culturale, e sul piano della solidarietà e della inclusività.
Il futuro di Milano, come città competitor a livello internazionale, si gioca principalmente sullo scacchiere economico per superare la endemica debolezza del nostro Paese, in tema di finanziamenti esteri.
Secondo dati UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e sullo sviluppo) l’Italia, già fra gli ultimi Paesi europei quanto ad IDE (investimenti diretti esteri nella nostra economia a livello strutturale), ha visto nel 2020, rispetto al 2019, il crollo del 100% di tali investimenti, al pari dell’U.K. ma contro un calo del 61% in Germania e del 39 % in Francia. Mentre invece gli investimenti esteri di portafoglio (che sono investimenti nei nostri beni) nel periodo immediatamente post-pandemico erano calati mediamente del 15/20 %.
Oggi, secondo recenti dati, Milano è cresciuta in termini di investimenti esteri ed è stata l’unica città in Europa, insieme a Berlino, ad avere superato i livelli pre-covid.
Ma la nostra città, pur presentando una performance migliore di quella nazionale, non raggiunge comunque gli standard delle altre città europee dirette competitrici.
La politica da seguire quindi (un vero imperativo categorico) è quella di attrarre investimenti stranieri per innescare il virtuoso circolo economico dell’investimento che attrae altri investimenti, attività, funzioni e presenze. Non solo quindi conquistare e gestire utilmente i fondi del PNRR con i quali Milano potrà già far molto, ma conquistare investimenti esteri privati.
Sullo scacchiere internazionale, non si può sottacere che anche la U.E. non solo non ci aiuta nel compito, ma finisce per ostacolarci, in forza di alcuni meccanismi di formazione delle decisioni europee che si sono nel tempo distorti e producono effetti distorcenti. Ad esempio, a seguito della perdita di ruolo della Commissione europea a favore del Consiglio europeo, le scelte finiscono per basarsi sulla composizione degli interessi confliggenti (espressi da atti politici) dei singoli stati, anziché sull’interesse comunitario perseguito dalla Commissione.
Non abbiamo dimenticato la vicenda di EMA-Agenzia europea per i medicinali destinata a Milano che ci è stata soffiata all’ultimo momento a favore di Amsterdam proprio a causa di una maldestra decisione politica.
E’ dunque auspicabile l’assegnazione a Milano della terza sede del Tribunale Europeo dei Brevetti.”
Secondo Gianni Verga, Past President del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, tre sono le condizioni che possono consentire a Milano di essere competitiva in Europa e nel mondo. Innanzitutto pensare, ed operare di conseguenza, al proprio ruolo nell’ottica della “metapolis” Val Padana: cioè di un insieme di città grandi e piccole e di campagne, distinte ma raccordate da un fitto sistema di comunicazioni stradali, ferroviarie, informatiche. Per raggiungere tale obiettivo occorre incrementare un rapporto deciso di collaborazione pubblico-privato, superando la contrapposizione in atto. Collaborazione che nel primo Dopoguerra ha consentito la trasformazione da Paese agricolo a Paese industrializzato e nel secondo Dopoguerra ha generato il boom economico: accade se si applica il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione, art. 118.
Infine, tema certo non ultimo per importanza, l’amministrazione comunale deve essere di tipo prestazionale e non prescrittivo; quindi non norme e regole rigide ma norme che garantiscano il risultato. Milano soffre quando si mettono solo vincoli, ha bisogno di indicazioni, di obiettivi, per raggiungere i quali le forze sane della città devono operare liberamente sia pure sempre nel rispetto delle regole.
Secondo Enrico Marcora, è necessario, al fine di stimolare gli investimenti esteri nel mercato immobiliare milanese e metropolitano, una maggior efficienza del Comune di Milano al rilascio delle pratiche edilizie. E’ inaccettabile la lentezza burocratica di Milano.
Milano deve essere una città che deve poter cogliere le grandi opportunità che esistono per il nostro territorio.
Inoltre, è necessaria la massima attenzione al tema della casa; serve un piano regionale di case a prezzi convenzionati a difesa del ceto medio/basso fortemente penalizzato dall’inflazione galoppante.