Il riferimento al famoso libro di Carlo Levi non è casuale
Succede che la vigilia di Natale Castelvetrano torni agli onori della cronaca nazionale. Stavolta non per l’ennesima operazione antimafia del tipo :” si stringe il cerchio” contro Matteo Messina Denaro. L’argomento è diverso: femminicidio . Un anziano marinaio di 63 anni, uccide con 12 coltellate la giovane moglie di 29 anni. Potrebbe sembrare il titolo dell’ennesimo fatto di sangue accaduto all’interno di una relazione finita male dove, la furia assassina di un uomo forse tradito o forse lasciato dalla moglie scatena ogni istinto per spegnere la sua assurda rabbia. Invece , il caso, non può finire nell’elenco in maniera classica. No, a Castelvetrano, il fatto deve assumere 100 significati diversi. Qualcuno ha resistito alla voglia di farci entrare la mafia. E’ rimasto deluso. L’assassino non è, e non è stato, almeno dalle carte conosciute , un presunto fiancheggiatore. Ci sono rimasti male quelli del “il cerchio si è stretto”. Qualcosa di diverso ? Il tentativo di buttarla in politica , con le polemiche legate a dichiarazioni in ritardo da parte del sindaco della città .Critiche del genere:” facemu scrusciu“. Francamente, non vale la pena neanche commentare
Gente dimenticata e ai margini della comunità
Poco invece, è stato detto sul grave disagio economico e sociale che fa da sfondo a questo gravissimo atto di violenza. Nessuno vuol vedere . A Castelvetrano esistono sacche di disagio sociale e miseria che fanno ricordare il famoso libro di Levi. Anni di lotta alla mafia o per meglio dire al boss Messina Denaro che continua a rimanere latitante, hanno distratto politici , stampa di parte e opinione pubblica dalla disperazione che a Castelvetrano si tagli con il coltello. Un comune pieno di debiti e con poco personale, lasciato al suo destino dopo il famoso scioglimento per mafia( ancora senza colpevoli) voluto dalla Bindi e dall’ex Ministro Minniti, che non riesce a far fronte a tutte le esigenze. Castelvetrano usata per le mode antimafiose e lasciata sola e al proprio destino.
Magistrati , politici, associazioni, scrittori , giornalisti, liberi pensatori , tutti pronti a giudicare anche scrivendo sonore minchiate , senza mai preoccuparsi della miseria e del degrado cittadino. E secondo voi,” ben pensanti” dell’antimafia, il fenomeno mafioso si combatte così? Il maledetto “siccu” può stare tranquillo. La città è distrutta. Senza il reddito di cittadinanza ci vorrebbe il coprifuoco la sera. Già è difficile cosi, immaginate quando lo toglieranno
Castelvetrano usata per far carriera . Nessun intervento tangibile per aiutare il sindaco Alfano
Dietro il vile atto del marinaio selinuntino vi è un armadio di pieno di stenti, miseria e solitudine sociale. Avevano già i figli in comunità e i litigi erano frequenti. Il conto più salato lo paga la giovane Maria che a 29 anni, ha perso la vita. Magari avrà chiesto aiuto. E’ stata scoltata? Era anche un suo diritto lasciare il marito.
Questi gravi episodi non si registrano solo a Castelvetrano. E’ vero. Il tema è un altro. Con tutto quello che si è detto, scritto e propagandato su Castelvetrano, città condizionata dalla mafia e dal boss, utilizzata dai carrieristi in tutti i modi dove, secondo certi investigatori , la puzza di mafia è ovunque e dove l’economia è forte per la presenza mafiosa , questi episodi di grave disagio sociale come possono esistere? Non hanno capito nulla. Oltre a Cristo , a Castelvetrano si è fermata la vera giustizia. Molti “saccheggiatori” seriali della città, responsabili negli anni passati di molti disastri pubblici , secondo certe informative, forse anche complici dei mafiosi, non hanno mai pagato il conto e forse mai lo pagheranno. Non ci sono attualmente ne indagati e condannati per mafia per fatti comunali. Sembra che questi “furbi” se la ridono pure quando vedono come viene usata la Giustizia.
E infine, la vicenda legata alla Giunta Alfano.
Questo sindaco, lo si dica con onestà intellettuale, nel 2019 trova il tavolo vuoto e con parecchia solitudine sopra. Alfano non è stato aiutato. Serve dirlo in modo chiaro. Non è stato aiutato a migliorare le condizioni della città neanche da tutti i pensatori antimafia . Tutti pronti a far passerella. Tutti disponibili a far convegni sulla mafia e sui sospetti alla “film giallo” e mai nessuno arrivato in città per sbracciarsi e aiutare concretamente. Chiacchere tante. Libri a go go. Tutti hanno guadagnato qualcosa usando Castelvetrano e la putrida mafia . E il resto? Il lavoro, la rinascita economica e il riscatto sociale della città? Non fa notizia. Migliorare le condizioni di vita di una comunità che è stanca di essere sempre associata al boss Messina Denaro non prende titoli sui giornali. Scrivere di sospetti e di trame oscure si. Fino a quando Messina Denaro sarà libero il mercato è assicurato e la città non potrà rialzarsi. Almeno con queste linee operative.
Castelvetrano può ripartire? Dovrà sperare che Cristo non si fermi alla stazione e pianga, così come è avvenuto ad Eboli. Castelvetrano deve credere ad un Cristo dalle grandi mani che abbia il coraggio di andare in giro nei quartieri periferici (e anche nel centro storico, visto lo stato di degrado) e portare la speranza di un futuro migliore a chi sta male. Cristo è la via per i cristiani . Lo può essere anche per chi non crede. In attesa delle istituzioni assenti e di un’antimafia che oltre alle chiacchere agisca fattivamente con progetti di sviluppo sociale e cercando di dimostrare ai mafiosi che lo Stato non è solo salotto , media e libri, si preghi Gesù affinché cammini per tutte le strade di Castelvetrano
Ass. Verità e Giustizia