Processo Borsellino, i PM :”gigantesco depistaggio”.
La procura chiedeva la condanna di 3 poliziotti. Il terzo livello rimane impunito.
Secondo la procura misero in atto un depistaggio sistematico, con il tramite del pentito Scarantino, per frenare le indagini sulla strage del 19 luglio 1992 in cui perirono il giudice e la sua scorta
Tanti libri sulle stragi, tanti libri sulla latitanza di Messina Denaro ( spesso pieni di cavolate e sospetti non fondati ), articoli e carriere, tante trasmissioni, molte passerelle e Scarantino ? Si è “depistato” da solo. Da 30 anni si è detto e scritto di tutto. Gli unici a gli unici a guadagnarci gli editori e i loro operatori. La verità non ha guadagnato nulla. Il terreno dei depistaggi resta spinoso. Il terzo livello non si tocca. L’agenda rossa? Fantasie di chi cerca solo la verità. Ieri, da Caltanissetta ,arriva un altro pugno allo stomaco per la famiglia Borsellino e ai familiari dei poliziotti trucidati per scortare il giudice. Scarantino, per la sentenza , ha fatto tutto da solo. Era come Diabolik.
I due poliziotti, non puniti per prescrizione, potrebbe chiedere di essere giudicati, rinunciando a questo beneficio. Lo faranno? Non ci pensano neanche. I giustizialisti dell’antimafia, tanto pronti a distruggere la vita di indagati , imputati deboli e spesso innocenti, perchè non fanno pressione sui poliziotti prescritti? Potrebbero anche essere assolti, senza uso della prescrizione. Almeno si fa chiarezza. Cosi La verità vera rimane nel pozzo. Nessuno ha interesse a scoprire i depistatori. oltre ai familiari delle vittime? Ci sono tanti cittadini che lo chiedono. Meglio far passare il messaggio che solo i mafiosi pecorari e ignoranti , hanno voluto la morte di Borsellino. Tutti scrivono, tutti guadagnano sulle stragi, tranne chi veramente vuole conoscere la verità.
Un depistaggio “gigantesco ed inaudito che ha coperto alleanze mafiose di alto livello”. Parole forti sono state usate nelle requisitorie della procura di Caltanisetta. Nel processo per depistaggio nell’indagine sulla strage di Via D’Amelio, dove morì il giudice Borsellino e la sua scorta si sono toccati punti forti. Ecco perché – secondo la Procura – i tre poliziotti che facevano parte del Gruppo Falcone e Borsellino, istituito dopo la strage, “dovevano essere condannati”. Ad intervenire sui questi temi, anche il procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Luca, manifestando la convinzione sulle tesi dell’accusa della “procura tutta”: “Sono qui per testimoniare che le conclusioni di questa requisitoria non rappresentano il convincimento isolato di uno o due pubblici ministeri di udienza, tutta la Procura di Caltanissetta le condivide. Chiesti 11 anni e 10 mesi per Mario Bo e 9 anni e 6 mesi ciascuno per Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Ieri ha vinto la prescrizione e l’assoluzione. Le sentenze si rispettano , la verità anche. Chi ha depistato? rimarrà tutto un mistero. I poteri forti vincono sempre. La gente penserà che la Giustizia in Italia è forte solo in alcune direzioni. Colletti bianchi e gente accusata senza motivo la prendono in quel posto. A che servono le passarelle? Meglio il silenzio.