Una città dilaniata dalla latitanza del boss, Matteo Messina Denaro, da una giustizia che non ha colpito i tanti responsabili del fallimento del comune e del suo scioglimento per infiltrazioni mafiose, sta per conoscere anche l’imminente tramonto del progetto grillino nato nel 2019. Alfano lasciato solo, adesso anche dentro un partito lacerato, è ad un passo dalla crisi comunale e dovrà aprire alle opposizioni
Storia di una latitanza ricca di misteri e di strane dimenticanze
Messina Denaro non si è nutrito solo del sostegno dei suoi conterranei come, comodamente è stato detto da certa stampa e da certi politici. Ha amicizie molto in alto. A 5 anni dallo scioglimento per mafia e il tanto rumore fatto sul caso GIambalvo ci si aspettava di conoscere i “figuri” che dentro il comune avessero rappresentato gli interessi della cosca locale. Gente che doveva essere indagata per concorso esterno o associazione mafiosa. Reati gravi. E invece nulla. Solo un processo per una loggia massonica segreta che non “parla “della burocrazia comunale da decenni dentro il palazzo e di politici che hanno avuto poltrone importanti. Si può gestire potere senza l’avallo degli uffici? A New York non ci crederebbero. Strano, ad esempio , che nessun Pm abbia indagato su chi rilasciava licenze ed autorizzazioni a Grigoli e ad altri condannati per mafia. Come si dice in siciliano:” nella vita ci voli culu”. Cu futti e cu è futtutu.
Questo buco investigativo ha certamente spiazzato il governo grillino locale e anche l’opinione pubblica giustizialista.
La strategia del” fango su tutto” alimentata dalla stampa alleata ha distrutto i castelvetranesi e ha favorito solo carriere favorendo i soliti furbi . In tanti sono rimasti al loro posto.
Dovevano rivoltare il comune come un calzino e far venire tutto il marcio. Niente. Tante accuse ai cittadini e fiumi di parole e accuse.
Condanne ? Zero. Neanche processi.
Nessuna responsabilità giudiziaria fin ora, sull’attività comunale che ha portato al fallimento e allo scioglimento. Sono stati solo i cittadini i colpevoli? Il sindaco Alfano ha trovato il comune in ginocchio. Lo sapeva. Pubblicamente ha solo detto “mascalzoni” ai cittadini morosi e ha attaccato la precedente amministrazione e chi li votava. E tutto il resto? Non ha mai parlato pubblicamente della gestione del comune e dei suoi impiegati. Ha sempre accusato senza far nomi.
Oltre 30 milioni di Euro di buco, contenziosi per 10 milioni di euro circa, archivi dell’acquedotto smarriti, banca dati tributaria tutta da comprendere. Soldi buttati per il porto di Selinunte e per altre opere inutili . Sprechi nella gestione dei servizi e altro ancora. Sono solo narrazioni utili a criticare i cittadini e favorire articoli dei giornalisti allineati?
“Nel disastro , ognuno si deve assumere la propria responsabilità. Non serve solo puntare il dito”. Lo diceva un vecchio politico americano.
E invece, a Castelvetrano, sembra che i furbi, non paghino mai. Adesso Alfano è ad un passo dalla crisi. Crisi politica ed ammnistrativa. Oltre a perdere pezzi importanti nel suo gruppo,( ne perderà ancora ), in queste ore, sta perdendo pure il partito. Ha perso anche il suo ministro Di Maio venuto a Castelvetrano nel 2019, con un comizo storico dicendo: “non vi lasceremo soli”. Mai frase fu più pericolosa.
I grillini locali hanno creduto a Di Maio che, non solo li ha lasciati soli, ma li ha anche abbandonati amministrativamente. La situazione nazionale indebolisce ancora di più Alfano. Un sindaco che è stato abbandonato non dalla città , come certa stampa vuol far credere per il solito ragionamento antimafia, ma dai dirigenti grillini e da Roma. Alfano ha avuto il 70 % dei consensi e una maggioranza bulgara. In pochi anni si è sgretolato tutto. Sempre colpa dei cittadini? A Madrid non ci credono. Alfano, che come tutti gli umani ha commesso diversi errori, aveva bisogno del sostegno dei suoi deputati e ministri. Una città in ginocchio non può risollevarsi con i pannicelli caldi. Anche Lui è stato usato. A giorni dovrà prendere atto che non ha più una maggioranza . Deve spiegare alla città e anche quelli che ha definito “mascalzoni” perchè la sua maggioranza è finita. Ci auguriamo che non voglia fare “inciuci” con le opposizioni. Con quei politici navigati e tanto criticati dai grillini. Si rischia la farsa. Forse meglio tornare al voto