ISMU 2022 RAPPORTO IMMIGRAZIONE
Presentazione a Milano
Europasia – Istituto Europa Asia informa
Il noto aforisma che definisce l’Unione Europea gigante economico e nano politico, ha trovato nuova conferma nel settore strategico delle migrazioni. Ad est la Polonia erge muri al confine con la Bielorussia per bloccare migliaia di disperati, uomini, donne, bambini, utilizzati dall’autocrate Lukashenko per destabilizzare l’occidente; altri muri sorgono ovunque, dall’Ungheria alla Grecia; le rotte illegali mediterranee hanno causato 2048 morti e dispersi. Tutto ciò perché l’Europa, che si proclama culla della democrazia, dell’accoglienza, dei diritti umani, della solidarietà, non è in grado di imporre regole comuni ai Paesi membri che pure godono di grandi benefici nel farne parte. Ne sappiamo qualcosa come italiani che da sempre ci vediamo sbattere la porta in faccia quando chiediamo ai Paesi partner di assumersi le responsabilità che loro competono.
Queste considerazioni si evincono scorrendo il corposo Rapporto annuale ISMU sulle migrazioni, giunto alla XXVII edizione, che costituisce da sempre un riferimento per chi si occupa del tema, in Italia e non solo. Questa edizione analizza sia l’impatto della pandemia sui flussi migratori e sugli immigrati, sia le conseguenze, sotto il profilo migratorio, della drammatica questione afghana. Attenuata l’emergenza sanitaria nella seconda metà del 2021, si è riaccesa infatti l’attenzione sui temi delle migrazioni, facendo riemergere le sfide che il fenomeno presenta per l’Italia e l’Unione Europea.
Oltre alle consuete aree di studio (salute, lavoro, quadro normativo e scuola) e agli aspetti statistici, il Rapporto dedica una particolare attenzione agli atteggiamenti e agli orientamenti degli italiani e alle esperienze delle donne migranti in termini di discriminazione e di valorizzazione in positivo. Inoltre, il volume è arricchito da approfondimenti sui rifugiati e sull’azione umanitaria, su come è stato affrontato il fenomeno migratorio nelle elezioni comunali, sulle misure alternative alla detenzione e sull’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati. Infine, anche quest’anno si è riservato uno sguardo all’Europa (in special modo alle nuove prospettive della politica migratoria dell’Unione nell’era post-Merkel) e al mondo, con una particolare attenzione alle iniziative politiche bilaterali con i paesi africani.
Fondazione ISMU stima che al 1° gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia siano 5.756.000, 167.000 unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). Il numero degli irregolari resta sostanzialmente invariato, attestandosi sui 519mila (contro i 517mila dell’anno precedente): a causa del ritardo della procedura valutativa delle istanze della sanatoria del luglio 2020, il dato comprende ancora la quasi totalità delle persone che hanno presentato domanda di emersione. Gli stranieri rappresentano nel complesso circa il 10% della popolazione presente in Italia.
I dati qui riportati restituiscono l’immagine di una popolazione straniera in calo per il secondo anno consecutivo, in virtù sia della flessione degli ingressi, sia del costante flusso di acquisizioni di cittadinanza. Secondo Unioncamere e Anpal, le aziende non riescono a trovare il personale di cui hanno bisogno: tecnici e operai specializzati in primis, ma anche operai, muratori, artigiani.
Sul fronte lavorativo si osserva come la vulnerabilità della popolazione con background migratorio, già strutturalmente svantaggiata rispetto a quella italiana, si sia accentuata a causa della pandemia: il tasso di occupazione degli stranieri, infatti, subisce una significativa flessione, passando dal 61% del 2019 al 57,3% del 2020. Certo, aggiungiamo, la nostra economia, le nostre famiglie (citiamo colf e badanti) hanno bisogno dei migranti ben oltre gli ingressi programmati: ma lo si dice sottovoce, quasi timorosi delle reazioni di chi continua a proclamare “aiutiamoli a casa loro”. In realtà di aiuti ne abbiamo bisogno pure noi, a casa nostra.
Si assiste a un ulteriore aggravamento della povertà, giunta nel 2020 a riguardare il 29,3% degli stranieri (contro il 7,5% degli italiani) e il 26,7% delle famiglie di soli stranieri (erano il 24,4% nel 2019), pari a ben 415mila nuclei familiari. Nel 2020 la retribuzione media annua dei lavoratori extracomunitari, pari a 12.902 euro, è inferiore del 38% a quella del complesso dei lavoratori. Un segnale positivo arriva invece dall’imprenditoria immigrata: nell’anno più segnato dalla pandemia (2020) si rileva un incremento pari al 2,3% dei titolari e soci nati all’estero. Inoltre, nel primo semestre 2021 le imprese “straniere” registrano un saldo positivo di 16.197 unità, nettamente più elevato del corrispondente periodo del 2020.
Sul fronte scolastico è interessante notare che nell’anno scolastico 2019/20 per la prima volta gli alunni stranieri iscritti al liceo superano quelli iscritti agli istituti professionali e che, però, il ritardo scolastico riguarda circa il 30% degli alunni con cittadinanza non italiana (contro il 9% degli alunni italiani).
Alla presentazione, realizzata in collaborazione con Fondazione Cariplo e moderata dalla giornalista del Corriere della Sera, Marta Serafini, hanno partecipato: Mariella Enoc, Presidente di Fondazione ISMU; Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi; Massimo Gaudina, Capo della Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Vincenzo Cesareo, Segretario Generale di Fondazione ISMU; Livia Elisa Ortensi, Responsabile Settore Statistica di Fondazione ISMU. Sui temi della “Regolarizzazione, flussi e mercato del lavoro”, intervengono: Ennio Codini, Responsabile Settore Legislazione di Fondazione ISMU; Tatiana Esposito, Direttore Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Laura Zanfrini, Responsabile Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU. A chiusura del convegno il dibattito su “Confini europei: una prospettiva geopolitica sulle migrazioni” con gli interventi di Patrick Doelle, Referente Italia Direzione Generale Immigrazione e Affari Interni, Commissione europea e Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni; Nicola Pasini, Responsabile Settore Europa e Paesi Terzi di Fondazione ISMU.