
Impugnata la legge regionale.
“Ci dispiace che il Ministero della Salute non abbia colto il valore di una
legge nuova che coniuga il rispetto dell’ambiente, il riequilibrio dei
suoli, la limitazione delle sostanze più pericolose per l’uomo e per la
natura, soprattutto nelle zone che dovrebbero esse libere
dall’inquinamento.”
Lo dichiarano Angela Foti, vicepresidente dell’Assemblea Regionale
Siciliana e della Commissione attività produttive, e Valentina Palmeri,
vicepresidente della Commissione Ambiente, dopo che il Governo nazionale ha
bloccato alcune parti della legge sull’agroecologia approvata dall’ars.
Per le due deputate “È incredibile che l’impugnativa nasca da un parere del
Ministero della Salute, senza alcun coinvolgimento dei due Ministeri
competenti per materia: quello delle politiche agricole ed alimentari e
quello della transizione ecologica. Insomma, un grave scivolone del Governo
nazionale che sembra per altro aver applicato un concetto di “salute”,
quello che si identifica con la mera assenza di patologie conclamate, che è
superato persino dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che già da tempo
afferma che la salute va intesa anche come attuale migliore condizione di
vita delle persone e migliore qualità complessiva dell’ambiente in cui
vivono.”
Foti e Palmeri sottolineano che “la legge si è ispirata alle più moderne
teorie e prassi in materia di agricoltura sostenibile e rapporto fra
agricoltura e alimentazione: le stesse teorie e prassi che inspirano le
direttive “Farm to fork” e “Biodiversità” cui sta lavorando l’Unione
Europea nell’ambito dell’Agenda 2030.
Quella approvata dall’ARS è una legge innovativa che sostanzialmente
recepisce gli obiettivi del Gren Deal europeo; il frutto di un lavoro
svolto in Commissione attività produttive con la collaborazione di
associazione di produttori e organismi di controllo regionali.”
Le due deputate sono molto dure nel giudizio sull’impugnativa e
preannunciano una iniziativa parlamentare.
“L’’impugnativa ci sembra per altro una prevaricazione dello Statuto
Regionale e della sua autonomia, che coinvolge la stessa identità del
Parlamento regionale.
Nel merito dell’impugnativa, appare incomprensibile che si contesti la
volontà di aumentare i controlli di qualità e per il rispetto dei requisiti
di legge, per altro previsti proprio dalla normativa europea di riferimento.
Nel complesso quindi una impugnativa che la dice lunga sulla inadeguatezza
di alcuni dicasteri ad un impianto costituzionale e normativo
internazionale ed europeo che è andato avanti ma che vede il nostro Paese
ancora fermo di parecchi decenni.”
Da qui, l’annuncio di un’azione volta a “resistere” contro l’impugnativa:
“proporremo un Ordine del Giorno a tutti i gruppi politici perché il
Governo e gli Assessorati competenti resistano all’impugnativa davanti alla
Corte Costituzionale. Auspichiamo che la Corte si esprima chiaramente sulla
potestà legislativa della Regione e sulla sua facoltà di allinearsi in
anticipo alle sovranorme europee.“