
Castelvetrano non è solo famosa per aver dato i natali a Matteo Messina Denaro che è forse l’ultimo dei mafiosi di peso nati a Castelvetrano. La città del boss è famosa anche per la “concia” delle olive . Infatti, nel mercato, molti commercianti vendono le olive lavorate con il metodo “Castelvetrano” che addolcisce le olive. Anche nel complesso mondo economico , utile a far sparire grandi quantità di soldi sporchi, e che ha visto andare a braccetto i mafiosi, i politici , imprenditori e gente delle istituzioni per decenni, si può parlare di metodo “Castelvetrano”
Stuart Mill, in particolare, scriveva nel 1848 in Principi di economia politica che la criminalità non dà luogo a produzione, perché essa “distrugge e non crea ricchezza”.
La storia dell’umanità, com’è noto, è segnata fin dall’inizio da un furto e dalla trasgressione di una norma. Ma quel furto di mela da parte di Adamo ed Eva non rese ricchi gli autori né consentì che il bene sottratto divenisse fattore produttivo, e non determinò affatto un allargamento dei benefici oltre i “colpevoli”. L’attività predatoria, infatti, in genere non incide sull’economia, non mette in moto un circuito produttivo, ma si limita alla sottrazione di un bene che viene goduto da un soggetto diverso dalla vittima che legittimamente lo possedeva.
Castelvetrano e il pizzo
Si scrive e si dice che la famiglia mafiosa non ha mai fatto pagare il pizzo ai locali ma solo alle ditte di fuori. Sembra pure stupido parlarne. Gli affari gestiti a Castelvetrano dal comitato d’affari che ha deciso ogni cosa dal 1968 in poi, per l’arrivo di quantità industriali di soldi pubblici, non aveva certo bisogno di chiedere le elemosina ai piccoli artigiani o imprenditori. Questo punto è stato sfruttato solo per avere consenso. Il resto è arte economica. Negli anni , questa “cupola” fatta anche da mafiosi ha fatto sparire montagne di denaro , prima in lire e poi, in Euro fino a quando non è iniziata la pressione dello Stato con i grandi sequestri come quello di Grigoli. La logica del pizzo era da gente ignorante. Questo comitato aveva un accordo di ferro. Ognuno gestiva il proprio ambito di potere senza rovinare l’equilibrio. Il sistema si è basato su tre punti importanti: aziende compiacenti, banche amiche e politici in grado di assicurare le coperture dentro i palazzi. Un grande punto d’incontro sono stati per anni gli studi tecnici. Per fare strade, case, depuratori, alberghi e locali comunali i tecnici servono e vanno ben pagati. Il sistema , funzionando , consentiva di far girare i soldi e farli anche sparire senza finire nelle mani delle procure attente. Basterebbe guardare le carte dei più grossi lavori pubblici effettuati a Castelvetrano e nel Belice dal 1970 in poi. Anche se l’appalto veniva preso da una ditta esterna al sistema, i mediatori dei Messina Denaro aprivano le danze. Il gioco era semplice: cosa vi serve? Qui vi diamo tutto noi , Cemento, manovalanza, assistenza tecnica con il comune, mezzi e la cosa più preziosa: la tranquillità. Questo sistema era invece fisiologico, per tutti i lavori o servizi fatti da castelvetranesi. Dovevi aprire una grossa azienda? Devi fare domande per ottenere grossi contributi pubblici? Per decenni il sistema garantiva una filiera di qualità e che era in grado di farti arrivare ovunque. Altro che “pizzo” . Qui si può parlare dell’Università del pizzo. Ovviamente , il comune era una delle centrali di smistamento di tanti servizi. Il controllo era necessario. Il sistema si alimentava con le bustarelle e con i “picciotti che hanno a travvagghiari” presso le ditte. Per chi non era raccomandato con il comune erano problemi. Per avere un autorizzazione potevi aspettare anche un anno. Peccato che nessuno ha mai denunciato queste angherie
Il sistema e il lavoro
Insomma ,un pò li metteva la mafia, un pò i politici, un pò qualche funzionario potente, le squadre di lavoro erano sempre molto pronte e importanti. Il lavoro da il consenso e il consenso porta a vincere le elezioni. Il sistema non poteva accogliere tutti e non tutti volevano allinearsi, Bastava non “rompere” i cabbasisi e accontentarsi delle briciole e non ti disturbava nessuno. I Messina Denaro per qualche spicciolo non volevano disturbare le forze dell’Ordine. Quale dare fuoco o danneggiare auto. “ u suli quannu affaccia affaccia pi tutti“. Basterebbe osservare anche le assunzioni o chi ha gestito le pratiche, per le grandi attività commerciali di varia provenienza, sorte a Castelvetrano, dal 1980 in poi e almeno fino al 2010 . Quelle carte direbbe tante cose sul sistema. Nessuno le ha mai viste? O forse si
L’importanza primaria del sistema che ha generato decine di miliardi delle vecchie lire e anche tanti Euro dal 2000, si basava su un semplice fatto: che la parte migliore del sole stia sempre dalla loro parte. Questa classe di potere che per decenni ha governato il potere economico cittadino, generando ricchezze enormi, stabilendo anche chi doveva lavorare e chi no, ha certamente condiviso con i Messina Denaro potere e soldi. Gente in buona parte ancora sfuggite alle inchieste e ai sequestri. Altro che pizzo. Forse non sapremo mai dove sono riusciti a nascondere questi soldi sporchi maturati in decenni d’affari. Del resto, anche i pentiti credibili certe cose le hanno dette ma con poco successo. Geraci parlò della costruzione mancata di “Castelvetrano 2”. Il comitato rinunciò. Perchè? Anche lo stesso Grigoli, in un processo, accenna al sistema Castelvetrano. Stranamente parla solo di alcuni aspetti mafiosi e minori. Non dice come ha fatto ad avere autorizzazioni , cambi di destinazione dei terreni e lottizzazioni a suo favore per almeno 15 anni. Andava spedito come un treno. Ogni cosa da Lui proposta si realizzava. Non fa nomi pesanti
Una cosa va detta: per decenni nessuno ha mai voluto veramente capire come funzionasse il sistema economico – mafioso di Castelvetrano che ha sempre fatto da “livella” ai successi imprenditoriali locali e alla gestione del lavoro. Va detto che il sistema ha consentito anche ” libertà di mercato” Viene da piangere o da ridere. Bastava non crescere troppo e stare zitto e portavi al pane a casa. Il sistema , probabilmente si rompe con l’arrivo di Teresa Principato e la “terra bruciata”. Arriva tardi. I buoi erano in parte già messi in sicurezza e rimaneva poco . La confisca a Giuseppe Girgoli li ha spaventati e forse anche aiutati. Fottuto Grigoli ,bisognava proteggere il resto del tesoro. Del resto anche in questo caso basterebbe leggere le carte
Fonte: AEconomic