di Achille Colombo Clerici
Nella classifica della 30 principali Global Cities mondiali redatta da Schroders non c’è una sola città italiana: passi per Londra e Parigi, ma essere preceduti da Monaco, Manchester, Madrid, Copenaghen lascia perplessi. Se si aggiunge il fatto che l’Italia, lo scorso anno, sia pure eccezionale perché pesantemente segnato dalla pandemia, ha visto, quanto agli investimenti esteri, ridursi del 20% quelli di portafoglio, e azzerarsi gli IDE, gli investimenti diretti (Germania -61%, Francia -39%), ci si rende conto di come il nostro Paese – di cui Milano e la sua regione sono il terminale gerarchico – abbisogni di un intervento sul piano internazionale politico-economico risolutivo per raddrizzare la preoccupante piega che si va profilando. E questo è il principale compito che attende il nostro Governo, che si deve presentare in Europa dotato della massima autorevolezza e credibilità.
Resta comunque il fatto che le città debbano rispondere in modo virtuoso all’esigenza di fondo che risiede nella capacità di competere a livello globale.
Si impone l’esigenza di un’azione amministrativa in grado, non solo di rispondere all’emergenza attuale, ma anche di proiettarsi nel tempo perché la pandemia ha soltanto accelerato – come ho avuto occasione di ripetere in ogni sede, da quelle scientifiche, coinvolgendo i principali atenei milanesi a quelle istituzionali – una trasformazione in atto da tempo.
Le linee guida di questa azione delle Amministrazioni comunali in campo urbanistico?
Nel duplice obbiettivo, da realizzare prevalentemente attraverso nuovi interventi edilizio/urbanistici: migliorare la qualità del vivere per i cittadini e l’offerta di servizi alle persone ed alle imprese ( giustizia, burocrazia, sicurezza, mobilità, sanità, istruzione, mobilità, trasporti…) da un lato, e implementare la competitività complessiva della città aumentandone l’attrattività, dall’altro.
In particolare, le linee di intervento in campo urbanistico dovrebbero essere: recuperare verde all’uso pubblico; risparmiare suolo in rapporto ai carichi insediativi (abitanti/funzioni); migliorare la qualità dell’ambiente con piani aria/ambiente e con interventi di efficientamento energetico sugli edifici esistenti; insediare funzioni strategiche – investendo nei settori scienza, ricerca, cultura - qualificanti sul piano formativo e dell’immagine che sono fattore di potenziamento della attrattività e di incremento del dinamismo sociale ed economico; accrescere la dotazione di nuove abitazioni in locazione ordinaria o a canone calmierato. Per citare, l’Italia è agli ultimi posti dell’Europa avanzata per numero di alloggi in locazione in rapporto alla popolazione.