Salvini è dunque destinato a cadere nelle trappole che nella sua tracotante ignoranza e nel suo tracotante pressapochismo si illude di poter far funzionare, magari non proprio come trappole ma con belle trovate a proprio profitto.
Non gli è bastata la stangata che si è beccato con l’avventato pasticcio d’agosto che avrebbe dovuto portare ad elezioni anticipate ed è solo servito a procurargli il ridicolo dell’autoestromissione dal governo precedente che stava funzionando, oramai, solo a suo beneficio politico.
Ora ha inventato il referendum per sforbiciare la legge elettorale eliminando la parte “proporzionale” e conservando quella maggioritaria così da attribuire la maggioranza di tutti i parlamentari a chi ottenga anche un solo voto di più.
Il risultato di questa “riforma”, in verità è una trappola, da funzionare come tale prima ancora che possa arrivarsi alla progettata votazione popolare ed eventualmente alla abolizione e prima che siano superate le difficili prove alla Corte Costituzionale.
Salvini, probabilmente non sa, o ritiene da par suo di fottersene, quali siano le regole anzitutto temporali, per la tenuta dei referendum, in secondo luogo le questioni di ammissibilità, rimesse al giudizio della Corte Costituzionale. Giudizio di ammissibilità previsto dalle nostre leggi costituzionali. E’ cioè probabilmente, che gli impedisce di pensare all’effetto di trappola della sua trovata.
Pendente la riforma della legge elettorale sottoposta al referendum, ci sarebbe un motivo (plausibile) di più per non sciogliere le Camere prolungandosi così la durata potenziale di questo sciaguratissimo governo Conte bis.
Ma al “pretesto” per dare vita artificiale al già cadaverico governo seguirebbe addirittura l’impossibilità dello scioglimento se la Corte Costituzionale emettesse una pronunzia lampo di ammissibilità. Da quel momento lo scioglimento sarebbe pressochè impossibile.
Berlusconi, che l’aveva detta giusta opponendosi al progetto “maggioritario” referendario salviniano, ha poi creduto bene di cambiare idea, aderendo così, oltrettutto ad una ipotesi suicida per Forza Italia.
Si dirà che tutto ciò non comporta che un vago pericolo perché una iniziativa del genere è destinata quasi certamente a non andare in porto, quanto meno per la prevedibile pronunzia di incostituzionalità della Corte Costituzionale, peraltro destinata ad intervenire dopo che alcuni degli effetti della trappola sarebbero destinati a scattare sui piedi fracassoni di Salvini. Presto a dirsi, ma quando le cose diventano venefiche il loro funzionamento rischia sempre di accelerare e si trovano pretesti per non impedirlo.
Naturalmente Salvini ed i suoi ineffabili (e, ritengo, inutili) consiglieri giuridici non leggeranno mai questo mio scritto.
Rischiano di doversene pentire.
Il guaio è che dovremo anche noi pentirci di avere tollerato di trovarci tra i piedi gente simile.
Mauro Mellini
26.09.2019