Castelvetrano, la prossima volta prepariamo un tappeto di petali di rosa per accogliere i profeti.
e questi alcuni passaggi:
” Questo pomeriggio sono stato a Castelvetrano, paese del mito negativo Matteo Messina Denaro, il latitante attualmente più ricercato in Italia, assurto a simbolo, finto, dell’invincibilità della mafia…”
“Ma tanti castelvetranesi appunto non c’erano, come a voler boicottare un evento che ricordava l’atteggiamento con cui Scipione l’africano sconfisse Annibale sferrandogli l’attacco proprio a casa sua, nei pressi di Cartagine, perché questo è stato il nostro intendimento, ragionare della meschinità della mafia a casa di Matteo Messina Denaro, a Castelvetrano… ”
“Queste persone rappresentano quella “forza della mafia al di fuori della mafia” che, nelle parole di Nando Dalla Chiesa, permette a Cosa Nostra di non essere stata ancora sconfitta.
Queste persone hanno tutta la mia esecrazione.
Tuttavia queste persone mi continueranno a vedere a Castelvetrano, di nuovo impegnato a ricordare i loro doveri di esseri umani e di cittadini, perché la loro coscienza dovrà essere stimolata fino al risveglio.
Oppure alla constatazione della loro morte morale.”
Quello che mi sento di dire a Morra, Libera e a tutti i paldini dell’antimafia è che la gente di Castelvetrano non ha più nessuna fiducia nell’antimafia e probabilmente neanche nella Magistratura visto quello che succede puntualmente in questo paese, facilmente paragonabile a una città uscita da 30 anni di assedio dei fenici, tanto per tornare ad Annibale. Non credo possiate tacciarmi di essere filo mafioso visto il mio passato di agente addetto alla scorta al Giudice Falcone, visti gli articoli che continuo a pubblicare e che certamente non sono stato tenero ne con i mafiosi ne con i cittadini Castelvetranesi, però c’è un limite a tutto, soprattutto al giornalista antimafia che vi accompagna, che prima si butta come una iena sulla carogna il giorno stesso della operazione “talpe” così definita da lui, che portò all’arresto del Prof. Vaccarino, dell’Appuntato Barcellona e del Colonnello Zappalà pubblicando un articolo su Repubblica, non contento riprende lo stesso appellativo per i tre suddetti, pochi giorni fa continuando a chiamarli talpe in quest’altro articolo pur sapendo che in nessuna parte del dispositivo era scritto che lo fossero e che non avevano certamente favorito la mafia, ma non importa, buttiamo fango. Adesso invece si presenta a Castelvetrano a parlare di antimafia e nega la parola a una cittadina, la moglie dell’Appuntato Barcellona, come mai, carbone bagnato o incapacità di sostenere un confronto? e si, molto meglio stare dietro ad un computer a scrivere.
Volendo tralasciare il dettaglio non di poco conto del giornalista, quale altro fatto abbiamo che possa far crescere la fiducia nell’antimafia, forse l’esito del commissariamento del Comune, infatti, stupenda operazione, partiamo dalle esternazioni dell’allora Presidente della Commissione Rosy Bindi secondo la quale a suo dire Castelvetrano era avvolta in un colore grigio e facendo credere che ogni ufficio del Comune fosse in mano ai mafiosi così come ogni impiegato, politico o abitante della Città, tanta pubblicità su due relazioni prefettizie una pubblica e una segreta, caspita, e adesso, dove sono i risultati, dove sono questi mafiosi, a parte la grande negligenza nel gestire la cosa pubblica cosa altro è venuto fuori, che i Castelvetranesi sono evasori? ne più ne meno, come in altre Città e a parte i furbi la maggior parte per causa di forza maggiore o si mangia o si pagano le tasse, ma ad oggi niente, anzi nò, la grande dimostrazione di forza dello Stato verso la mafia. Quale? la demolizione delle case di triscina frutto di grandi speculazioni edilizie e cioè i risparmi di una vita di qualche povero disgraziato senza le giuste amicizie.
Si però ci sono state tante operazioni di terra bruciata (anche questo modo di dire fa moda), e il risultato qual’è anche in questo caso, tutte le aziende sequestrate sono fallite, e sappiamo perchè, e tutti i dipendenti e le loro famiglie in mezzo ad una strada.
Economia azzerata.
C’è anche una cosa non di dominio pubblico, che è la nostra richiesta di audizione alla Commissione Antimafia Regionale dello scorso anno , un appuntamento rinviato per mesi che visto lo scarso interesse abbiamo rinunciato.
E allora cari signori dell’antimafia cominciate finalmente a dimostrare che siete in grado di fare qualcosa, create i presupposti per dare benessere ai cittadini, reinvestite in creazione di posti di lavoro tutti i beni e i patrimoni sequestrati e dopo se si dovesse verificare di nuovo l’assenza dei cittadini alle vostre riunioni, e solo allora, dopo aver fatto qualcosa, potrete lamentarvi di non essere seguiti, non vergognosamente adesso etichettando un intero paese.
FINITELA DI BUTTARE FANGO SU QUESTA COMUNITA’ GENERALIZZANDO, MIRATE E COLPITE DIRETTAMENTE CON NOMI E COGNOMI E DIMOSTRATE CON I FATTI CHE SIETE IN GRADO DI AIUTARE A DARE UNA SVOLTA SVEGLIANDO GLI IGNARI O IGNAVI CITTADINI, LE CHIACCHERE NON INTERESSANO PIU’ A NESSUNO. E per concludere, le persone buone e cattive esistono in tutte le città del mondo così come anche da noi ma questo fa parte della natura umana non dell’essere cittadini di Castelvetrano.
Tanto per concludere, un articolo di oggi su Repubblica del primo luglio dal titolo: Don Ciotti denuncia “Libera non è gradita nei licei della Città”, sembra un attacco gratuito alla attuale Preside del Liceo Classico perché non ci sono dettagli, quella che ha sostituito un grande paladino dell’antimafia, il Preside Fiordaliso, quello si che rappresentava l’antimafia, peccato che nessuno si ricorda che ci fu un tempo in cui andò a dormire come segretario della sezione del PCI di zona e magicamente si è risvegliato Democristiano e addirittura della corrente dei Salvo, ma questo non è importante infatti è diventato Commendatore della Repubblica dopo l’operazione Palma del 92 che segnò l’inizio del massacro Castelvetranese e quindi assurto a paladino dell’antimafia.
Il Circolaccio
Maurizio Franchina