Salvo Palazzolo, indagato giornalista Repubblica per depistaggio Borsellino/ Bonafede fa perquisire casa e pc
“I poliziotti Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di essere fra i depistatori di Stato della strage Borsellino, mi hanno denunciato perché ho scritto che stava iniziando un processo nei loro confronti. E la procura di Catania ha disposto la perquisizione della mia abitazione, il sequestro di un cellulare, di un tablet, di tre hard disk”
La Strage di via d’Amelio, purtroppo, continua ancora a generare polemiche e misteri nonostante siano passati 26 anni dal vile attentato al giudice Paolo Borsellino. È notizia di ieri delle indagini contro il cronista di Repubblica Salvo Palazzolo, cui viene contestato il reato di rivelazione di notizie dopo quell’articolo del marzo scorso in cui diede atto della chiusura dell’indagine sui poliziotti accusati di avere “creato ad arte” il pentito Vincenzo Scarantino. Sei mesi fa la svolta: «La procura di Caltanissetta ha chiuso l’indagine sul colossale depistaggio che ha tenuto lontana la verità per tanti anni e si apprestava a chiedere un processo per il dottore Mario Bo, per l’ispettore Fabrizio Mattei e per Michele Ribaudo (all’epoca era agente scelto)», riporta la stessa Rep. Ebbene, secondo la sentenza recente del Borsellino Quater, «soggetti inseriti negli apparati dello Stato indussero Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni sulla strage che uccise il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e i poliziotti della scorta». Ora la Commissione Antimafia della Regione Sicilia ascolterà in audizione Palazzolo, indagato ufficialmente per rivelazione di segreto d’ufficio, dopo che la sua abitazione è stata perquisita da diversi ispettori mandati dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Al cronista sono stati sequestrati un cellulare, un tablet e tre hard disk: è lo stesso Guardasigilli a spiegare a Repubblica come «la perquisizione ha interessato l’Ufficio ispettorato perché faccia i dovuti accertamenti e le relative valutazioni sulla vicenda».
Questa volta è successo a Palermo, al cronista di Repubblica Salvo Palazzolo, la cui casa è stata perquisita, il cui telefono è stato sequestrato, il cui computer è stato passato al setaccio. Al fianco del collega Palazzolo, a cui la procura di Catania contesta di aver ‘rivelato notizie’ nell’articolo con cui a marzo diede atto della chiusura dell’inchiesta sul depistaggio del pentito Vincenzo Scarantino nell’ambito delle indagini sulla strage Borsellino, si schierano la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione Siciliana della Stampa», spiega il sindacato dei giornalisti. Tra i primi commenti “extra giornalistici” è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ad intervenire così sulle indagini contro Palazzolo: «Fermo restando l’obbligatorietà dell’azione penale e la possibilità per i magistrati di svolgere tutte le indagini che ritengono utili ed opportune nei confronti di chiunque sia sospettato di aver commesso reati, non posso che auspicare che alla fine di questa triste vicenda a pagare siano eventualmente coloro che hanno tradito lo Stato e non certamente i giornalisti che hanno assolto al loro dovere/diritto di informare i cittadini. Un dovere/diritto che è un elemento fondamentale della democrazia».
Fonte: web
Il Circolaccio