
Vittorio Roidi e Lorenzo Grighi, autori del libro “Giornalisti o giudici”
Un libro tanto odiato dai giornalisti di sinistra
Un ottimo e coraggioso libro spiega il triste fenomeno dei giornalisti -giudici
Sappiamo anche che, toccare questi argomenti ci sottopone a rischi di giustizialismo. In onore della verità e della dignità umana, lo facciamo molto volentieri
Il cittadino per essere bene informato ha il diritto -dovere di sentire chi accusa e chi viene accusato
Se “il buon giornalismo è la fatica del cercare, del documentarsi, del controllare, senza paraocchi, senza settarismi e in modo indipendente”, che cosa è successo ai professionisti dell’informazione nel caso dell’omicidio di Meredith Kercher a Perugia, e di Chiara Poggi a Garlasco? Sull’omicidio dei due Carabinieri di Alcamo che è costato la vita ad un condannato innocente e al carcere per 30 anni ad un altro innocente? Sul caso Montante in Sicilia , stranamente certa stampa tende a buttare il silenzio. Perchè? Crocetta ha più avvisi di garanzia di Lombardo eppure, la stampa alleata lo protegge. Alcuni siti e blog fanno di tutto per non parlare dello scandalo dei rifiuti a Catania sotto il sindaco Bianco
Sono alcuni episodi tra i tanti che presentano nodi di fare diversi, ma anche molte analogie Vittorio Roidi e Lorenzo Grighi – due generazioni di giornalisti a confronto – esaminano le modalità con cui la cronaca tratta i suoi protagonisti, sottoponendoli a un processo mediatico prima ancora che giudiziario, in un saggio che è, al contempo, un atto di accusa contro le derive del giornalismo e un manifesto sui principi di un’informazione corretta.” La categoria è ben fornita. Giornalisti professionisti, pubblicisti, bloggher e semplici influencer.
“Tutti noi abbiamo grandi responsabilità in questo frangente in cui il giornalismo professionale viene messo in discussione dal giornalismo libero. Ma il giornalista è una medicina nei confronti delle fake news. Per Vittorio Roidi, coautore del libro e cronista di grande esperienza (per molti anni ha scritto per Il Messaggero) “nei due casi di cronaca citati nel libro, il comportamento di molti giornalisti è stato sbagliato poiché molti hanno preso le notizie principalmente dai pubblici ministeri, dalla polizia giudiziaria, mentre il nostro consiglio è di tenersi a distanza, per la ricerca e comprensione della verità. In questi ultimi anni, soprattutto in tv, ho visto che le storie si usano come intrattenimento, ma i giornalisti devono cercare la verità. Queste sono forme di pseudogiornalismo per questo motivo con questo libro vogliamo porre dei dubbi”.
Per Lorenzo Grighi, giornalista Rai, “la cronaca nera deve tornare ad essere raccontata dai professionisti dell’informazione per non alimentare la morbosità umana, come stanno facendo i contenitori di infotainment in tv. Nel libro non entriamo nel merito delle due sentenze, ma ci concentriamo su quella sorta di serializzazione televisiva che divide i protagonisti di queste vicende in buoni e cattivi. Bisogna avere il coraggio di raccontare solo quello che vediamo, se non ci sono novità, non dobbiamo per forza raccontare le cosiddette svolte nelle indagini”.
E fu l’era dei giornalisti giudici e giudici giornalisti
Ci sono giornalisti, pubblicisti e bloggher che vanno solo da una parte e fanno i “complici” di poliziotti senza scrupoli e PM carrieristi. la legge indica ai Pm di cercare ogni elemento anche nell’interesse dell’indagato. In Italia non succcede mai.
Il Pm e i giornalisti amici conoscono i verbali scritti dall’accusa prima che l’indagato ne venga a conoscenza unitamente al suo legale. Intercettazioni e verbali vengono scritti e mandati alla stampa. Scatta il processo mediatico , prima di quello giudiziario, L’antimafia carrierista e politicizzata fino al collo, ha usato questi sistemi da inquisizione spagnola, senza rispetto alcuno per la verità e per le persone coinvolte. Anche se finisci assolto la “condanna” mediatica non te la toglie nessuno. I PM continueranno a foraggiare i loro amici giornalisti al fine di distruggere la reputazione. La condanna mediatica è più forte. Qualche giornale serio ha raccontato di tresche anche tra giornaliste e uomini di giustizia poliziotti. Anche i giudici e poliziotti apprezzano le belle donne. Questo sistema lascia disarmati chi ci capita sotto.Ovviamente , non è mai corretto generalizzare. Ci sono, come dimostra il libro, giornalisti seri e non al servizio di politici o procure ma del diritto di cronaca e di verità. Purtroppo, non si può avere un giornalismo veramente libero fino a quando gli editori pagheranno poco e male. Scatta il meccanismo delle “altre entrate” o di altri lavori.
Salvo Serra
Il Circolaccio