La giunta regionale di governo ha approvato la nuova rete ospedaliera della Sicilia. Il documento ufficiale è attualmente in fase di definizione da parte della segreteria di giunta ma la bozza Razza aggiornata con le indicazioni (alcune ma non tutte) provenienti dalle parti sociali ha ottenuto il sì definito dal governo della Regione.

Il percorso è ancora lungo perchè adesso sarà necessario il parere della Commisione Salute e sanità dell’Ars poi il documento dovrà andare al Ministero della Salute per il visto di compatibilità con il decreto Balduzzi e infine al Ministero dell’economia per la compatibilità con gli stanziamenti concorrenti.

Solo dopo questi passaggi la rete dovrà tornare in Sicilia e la Regione dovrà trovare le coperture per le proprie ‘scelte aggiuntive’ e farla entrare in vigore con la pubblicazione in gazzetta.

Il documento prevede la conferma di 7 strutture classificate Dea di II livello, mentre 23 vengono classificate Dea di I livello. Le new entry sono i presidi di Mazara del Vallo e di Marsala, nel Trapanese, quest’ultimo aveva visto un investimento di oltre 40 milioni di euro per la realizzazione dell’ospedale intitolato alla memoria del giudice Paolo Borsellino. Tra i presidi di base tornano, tra gli altri, le strutture di Giarre e Barcellona Pozzo di Gotto. Il ‘Muscatello’ di Augusta mantiene la qualifica di presidio di zona disagiata per l’elevato rischio ambientale, pronto a ospitare un Centro di alta specializzazione per le patologie oncologiche da esposizione all’amianto. Le altre zone disagiate vengono servite da 11 presidi ospedalieri.

Nel dettaglio la nuova rete prevede oltre 170 posti letto in più rispetto a quelli attivi nel 2016. E circa 150 unità complesse in meno. Si tratta di reparti che vengono, declassati da ‘complessi’ a semplici e dunque vengono posti sotto la direzione di altri reparti anche se hanno una guida sanitaria precisa. Dunque diminuiscono i potenti primari che saranno, appunto, 150 in meno

Gli ospedali Villa Sofia e Cervello che nella prima bozza tornavano a dividersi dopo essere stati accorpati anni fa, nella nuova stesura non si dividono più ma perdono ugualmente la definizione di struttura complessa di interesse nazionale (come è il Civico) è diventano ospedali riuniti classificati Dea di primo livello mentre il Giglio di Cefalù non viene più declassato al medesimo livello dell’Ospedale Ingrassia di Palermo come previsto nella prima bozza. L’ospedale della Fondazione Giglio, dunque, sarà Dea di I livello contrariamente a quanto previsto

Nel Trapanese restano accorpati gli ospedali di Trapani e Salemi, Marsala, su cui la Regione investe come detto, è indicato come ospedale Dea di I livello, analoga situazione per Mazara del Vallo dea di I livello. presidi territoriali tutti gli altri. A Messina l’unica novità riguarda il ‘redivivo’ Pronto Soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto mentre non cambia nulla in tutte le altre strutture.

Non cambia niente nella Sicilia centrale mentre il nuovo piano mette veramente mano nella distribuzione delle strutture nel catanese. Vede la luce l’Ospedale San Marco di Catania. Giarre diventa autonomo da Acireale. Cannizzaro, Garibaldi e Vittorio Emanuele mantengono la loro autonomia pur essendo tre strutture di grandi dimensioni nel medesimo territorio. In provincia gli ospedali crescono di una unità: autonomo in quanto struttura in zona disagiata l’ospedale di Militello Val di Catania

“Abbiamo mantenuto molte promesse e messo in campo una cura dimagrante dei punti di accesso privati ridotti quasi del 50% ricavando maggiore spazio per il pubblico. Il documento mette in linea la nuova rete ospedaliera con le disposizioni del decreto Balduzzi – dice l’assessore Ruggero Razza – che sottolinea i risultati ottenuti inserendo il nuovo ospedale San Marco di Catania nella rete e promuovendo l’ospedale di Marsala a Dea di I livello”.

L’assessore sottolinea anche quanto fatto per le aree montane disagiate come le Madonie e poi sottolinea che comunque c’è ancora da fare “E’ incredibile che un’area come quella di Siracusa non debba avere un ospedale di livello all’interno del territorio cittadino quindi bisognerà lavorare per superare alcuni gap come questo”

Fra Siracusa e Ragusa, infatti, non cambia molto ma c’è un impegno forte, come detto, sul Muscatello con particolare attenzione all’area oncologica. Nell’area territoriale si registra anche la ‘promozione’ dell’ospedale di Modica.

“Abbiamo voluto ascoltare – dichiara il presidente della Regione Nello Musumeci – le istanze del territorio e alcune significative indicazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali. Sul piano formale si chiude il contenzioso con le Università di Messina e Catania, che avevano impugnato la rete approvata lo scorso marzo: tutti gli Atenei siciliani, infatti, hanno sottoscritto una formale intesa con il governo della Regione”.
Secondo il governatore, “il passo successivo all’approvazione della Rete ospedaliera dovrà essere la sua compiuta efficacia: quindi dovremo garantire maggiori livelli occupazionali, come già si è mostrato di voler fare con il concorso a tempo indeterminato per gli anestesisti, con la stessa attenzione mostrata verso il precariato che è già in avanzata fase di stabilizzazione”.
“La proposta oggi definitiva – aggiunge l’assessore Razza – riporta l’organizzazione sanitaria nei parametri del decreto Balduzzi e devo dare atto all’Aiop di avere accettato, condividendola, una rete che vede dimagrire i punti di erogazione privati del 50 per cento, consentendo così di non fare pesare in modo eccessivo l’allineamento ai coefficienti previsti dal Decreto nazionale sul sistema pubblico”.
Nell’ambito dell’azienda Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania va segnalata la previsione e l’inserimento con 437 posti letto dell’Ospedale San Marco. Questa decisione consentirà il mantenimento del finanziamento europeo previsto per la realizzazione dell’opera. Come già preannunciato, crescono i posti letto di 1.715 unità e ne vengono, quindi, complessivamente programmati 18.051. Sensibile il miglioramento del rapporto posti letto/strutture complesse, che dal coefficiente 15,5 si allinea a quello 17,1 (a fronte di un standard “Balduzzi” di 17,5).
Ringrazio il presidente dell’Assemblea regionale e tutte le forze politiche di maggioranza e delle opposizioni – conclude l’assessore Razza – perché, nel dibattito apertosi dopo la presentazione della prima bozza di lavoro alle parti sociali, hanno manifestato grande attenzione per il lavoro fin qui svolto. Raccolgo, pertanto, l’invito che mi è stato avanzato dal presidente Miccichè e dalla presidente La Rocca Ruvolo a illustrare personalmente nella sede della VI Commissione parlamentare il piano di riordino che, in soli sei mesi, il governo Musumeci ha portato a compimento”.

Il documento, adesso, è patrimonio dell’intero governo ma i passaggi successivi non sono ne semplici, ne veloci ne scontati anche se una parte importante del lavoro è fatta.