Sicilia, il settore dei rifiuti in emergenza da vent’anni: tra debiti miliardari, clientelismo e l’ombra di Cosa nostra
NON PRENDIAMOCI IN GIRO! PAGHI CHI SI E’ ARRICCHITO PER DARE AI SICILIANI SERVIZI PESSIMI
La crisi dei rifiuti , l’ennesima in piena estate, dimostra che, un comune o è amministrato da un sindaco o da un commissario può andare il emergenza.
La questione è legata alla filiera. La legge favorisce le reti condivise per la differenziata e lo smaltimento senza nuocere l’ambiente. In Sicilia si è fatto tutto il contrario. Da Cuffaro a Crocetta NULLA E’ CAMBIATO E MUSUMECI STA CONTINUANDO NEL DISORDINE.
OCCORRE CREARE UNA RETE CONDIVISA E VIRTUOSA MA QUESTO IMPEDIREBBE A MAFIOSI CON LA CRAVATTA E RICCHI, POLITICI FURBI E BUROCRATI CORROTTI DI CONTINUARE AD ARRICCHIRSI. CERTA ANTIMAFIA POLITICA HA COPERTO LE VERGOGNE SUI RIFIUTI PER SALVARE CROCETTA
Nei giorni scorsi l’allarme del neogovernatore Musumeci: “La situazione della gestione dei rifiuti è assai grave. Ho bisogno di poteri speciali”. Ma la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha ricostruito due decenni di gestione: tra commissariamenti, super consulenti dallo stipendio d’oro, enti regionali creati con il solo obiettivo di dare nuovi posti di lavoro che in tempi di elezioni diventavano voti
DOVE SONO LE INCHIESTE? I PM CHE FANNO ?
Il primo stato di emergenza risale al 1999. L’ultimo vorrebbe ottenerlo a breve il neogovernatore Nello Musumeci. In mezzo c’è praticamente di tutto: commissariamenti a ritmo continuo, super consulenti dallo stipendio d’oro, enti regionali creati con il solo obiettivo di dare nuovi posti di lavoro che in tempi di elezioni diventavano voti. E, ovviamente, l’ombra lunga delle tangenti, della corruzione, di Cosa nostra. È in questo modo che sono stati gestiti i rifiuti in Sicilia negli ultimi vent’anni. Governi di destra, sinistra e – soprattutto – centro hanno sempre promesso che avrebbero risolto la questione. Risultato? Sono stati spesi venti miliardi di euro e oggi il settore dello smaltimento sull’isola è indebitato per 1,8 miliardi. Quanto è cresciuta la differenziata nel frattempo? Lo ricorda Antonio Fraschilla sull’edizione palermitana di Repubblica: si è passato dal 3 al 15percento. Solo per fare un esempio, nello stesso periodo la Campania è passata dal 3 al 46 percento
BASTA!!!!!
SE CERTA GENTE NON FINIRA’ IN GALERA NULLA CAMBIERA’ SUI RIFIUTI.
SI VADANO A CONTROLLARE I PATRIMONI PERSONALI DI FUNZIONARI E POLITICI CHE HANNO AVUTO A CHE FARE CON I RIFIUTI
Invece, ci sono state inchieste di mafia che hanno colpito piccole aziende decotte e senza autorizzazioni dimenticando chi ha gestito appalti di decine di milioni di euro
E’ possibile che Matteo Messina Denaro vada dietro a falliti e indagati e non si interessi di chi fattura centinaia di milioni di euro con l’aiuto della politica? Neanche il cane di Topolino ci crede. Invece, in Sicilia, stranamente le inchieste fin ora non hanno interessato i grandi affari dei rifiuti e della sanità
Fonte : il Fatto Quotidiano
Il Circolaccio