
Furono uccisi a colpi di fucile e pistola nel lontano 1979. I due infermieri Antonino Basone di 36 anni e Girolamo Rubino di 57 anni furono freddati mentre erano in servizio all’Ospedale. Un duplice omicidio rimasto nel mistero . La manfrina delle solite indagini senza testimoni e senza prove che non svelò il vero movente
Un articolo della Stampa del 1979 descrive l’agguato di tipico stampo mafioso, con tutte le sue assurdità. I due infermieri erano in servizio presso il nosocomio castelvetranese quando vennero raggiunti da decine di colpi d’arma da fuoco.
I sicari , secondo quanto rilevato dai Carabinieri all’ epoca dei fatti, entrarono indisturbati all’ interno dell’ ospedale e spararono a brucia pelo. Nessuno sentì nulla. Gli assassini così come entrarono, uscirono dall’ospedale dove c’erano un’ottantina di ricoverati e diversi dipendenti in servizio, anche nella portineria.
I cadaveri furono scoperti addirittura molte ore dopo l’ esecuzione . Non si sa neanche di preciso l’ ora in cui killer entrarono in azione.
Fu la madre di Basone, non vedendolo rientrare, a telefonare all’ospedale e a chiedere notizie.
Il medico di turno, raccontò ai Carabinieri che vide i due infermieri in attività verso le 20.00. poi non si seppe più nulla.
Il nulla delle testimonianze , il nulla di come gi assassini abbiano avuto la tranquillità di colpire. I killer erano determinati ad agire proprio dentro l’ospedale. Un segnale preciso da parte della cosca locale capeggiata da Francesco Messina Denaro. Perchè rischiare di compiere l’agguato tra le corsie del Vittorio Emanuele II , peraltro ancora ubicato nella vecchia struttura? I killer potevano benissimo agire fuori dall’ospedale e in luoghi meno frequentati. Eppure, la forza dell’esecuzione doveva dare un messaggio chiaro. Dovevano essere uccisi dentro l’ospedale, in mezzo ai malati e ai medici. Una sfida chiara. L’ospedale era anche zona controllata dalla mafia.Le indagini non hanno mai stabilito un vero movente. Probabilmente il vero obiettivo dei sicari era Rubino che in passato aveva ricevuto minacce pesanti. Addirittura gli venne bruciata la casa alcuni anni prima. L’infermiere Basone forse, ha pagato con la vita.,l’aver visto i killer. Una vicenda che allora scosse notevolmente l’opinione pubblica castelvetranese anche per l’efferatezza del gesto. Un gesto esemplare e certamente di sfida. Perchè eliminare Rubino? Chi lo ricorda sostiene che rubino avesse un carattere forte e non era il tipo da farsi mettere le mani in testa con facilità. Avrà detto “no” a qualcuno a cui non si pesta io piedi? o avrà visto qualcosa che non doveva vedere? L’ospedale di Castelvetrano doveva servire per curare latitanti di mafia?. La vicenda dell’urologo Attilio Manca apre scenari inquietanti. Un ex infermiere ha detto a CHI L’HA VISTO su RAI 3 che Bernardo Provenzano fu operato di Tumore alla Prostata da Manca all’ospedale di Castelvetrano.
Lo disse nel 2013. Eppure nessuno ha mai cercato di capire chi fosse questo infermiere. Di certo, qualcuno sa perchè nel 1979 vennero uccisi Basone e Rubino. La mafia non uccide mai per caso.
Le indagini dell’ epoca non ci aiutano molto. Questo brutale episodio però, ci riporta in evidenza un aspetto molto importante: la mafia di Castelvetrano avrebbe sempre tentato di “controllare” l’ospedale, almeno fino all’episodio di Manca che, come l’assassinio dei due infermieri ,è ancora ammantato da quintali di mistero
Fonte : La Stampa
Il Circolaccio