Il Pd sta scomparendo
Ed è resa dei conti
ROMA – La pesante sconfitta alle elezioni amministrative di ieri apre lo
scontro interno al Pd sul futuro del partito e di tutto il centrosinistra. Aver perso comuni storicamente amministrati dalla sinistra come Massa, Pisa, Siena, Imola segna una dei momenti peggiori della storia dei dem. Volano gli stracci fra i maggiorenti, in vista del congresso previsto per il mese di luglio.
Uno dei primi big a commentare il deludente risultato è stato Carlo Calenda: “Andare oltre il Pd”. Su Twitter, l’ex ministro dello Sviluppo economico è tornato a chiedere di “Ripensare tutto, linguaggio, idee, persone, organizzazione”. Un “fronte repubblicano”, è la proposta di Calenda, che dovrebbe aprirsi ad altre realtà esterne ai democratici. L’obiettivo resta quello di organizzare un’area opposta ai populismi, simile all’alleanza che due anni fa in Francia sbarrò la strada dell’Eliseo alla nazionalista Marine Le Pen.
Dura la replica del reggente democratico Maurizio Martina, che ai microfoni di Radio Capital ha sottolineato l’impossibilità del superamento dello stesso Pd: “C’è bisogno di leadership nuove ma il centrosinistra non può prescindere dal Pd“. “E’ inutile girarci intorno, è una sconfitta netta – ha proseguito l’ex ministro delle Politiche agricole – dobbiamo cambiare tantissimo, nelle persone e nelle idee. C’è stato un mutamento radicale, ora bisogna lavorare per costruire tutto di noi e ripartire, c’è una nuova destra in campo aggressiva e radicata”.
Una bocciatura alla proposta di Calenda anche dal leader della minoranza dem Andrea Orlando: “Non è questo il momento di parlare di formulette, dobbiamo parlarne al congresso. Impressiona la vittoria delle destre nelle regioni rosse”. Poi, l’ex Guardasigilli ha concluso: ” Ci sono gli elementi per una riflessione molto seria e l’apertura di una fase costituente”.