La Corte di giustizia Ue condanna l’Italia per la mancata depurazione delle acque reflue in 74 agglomerati urbani con  una sanzione da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma di reti fognarie e depuratori. La Sicilia rischia di pagare il conto più salato, considerando che oltre la metà dei Comuni inadempienti sono nell’Isola.

“In Sicilia siamo al paradosso: oltre il 17% dei depuratori presenti nell’Isola non funziona, nonostante gia’ quattro anni fa sia stato individuato un commissario straordinario per la depurazione delle acque, col compito di porre in essere gli interventi necessari alla messa in funzione dei macchinari. Gia’ nel 2015 per per la Sicilia era stato nominato un commissario ad acta per la depurazione. A ricoprire l’incarico era l’ ex assessore regionale all’Energia del governo Crocetta. Lo scorso anno, invece, e’ stato nominato dal Governo Gentiloni un commissario unico nazionale per la Depurazione. L’incarico e’ stato affidato al professore Enrico Rolle”, dice il deputato regionale del M5s, Nuccio Di Paola, componente della commissione Ambiente dell’Ars, che ha chiesto la convocazione urgente di un’audizione in quarta commissione a palazzo dei Normanni del commissario straordinario unico per la depurazione Enrico Rolle, del presidente della Regione Nello Musumeci e dell’assessore al ramo Andrea Pierobon per verificare lo stato di avanzamento degli interventi.

“Già quattro anni fa, eravamo fortemente preoccupati per il rischio di infrazioni, tanto da aver scritto direttamente alla Commissione Europea di rendere note le cifre esatte. Non avendo avuto risposta esaustiva, abbiamo preso tutte le sentenze per calcolare le infrazioni che riguardavano la Sicilia ed i numeri erano disarmanti. Ebbene, questa maxi multa mette nero su bianco quanto cerchiamo di denunciare da quattro anni. Per colpa della mala gestio della depurazione dei reflui, ora molti comuni rischiano il default”. A dichiararlo è l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, che commenta così la maxi sanzione comminata alla Sicilia dall’Unione Europea sul mancato trattamento delle acque reflue. “I cittadini siciliani – spiega Corrao – pagano adesso a carissimo prezzo il fatto che i loro governanti, a più livelli istituzionali, abbiano fatto politiche scellerate sulla gestione dei rifiuti, sulla depurazione delle acque, sul precariato e sull’inquinamento. In pratica chi ha sbagliato, si è fatto scudo del fatto che i cittadini siciliani non hanno mai saputo quanto costasse loro quella malversazione. La cosa più grave – spiega ancora l’eurodeputato – è che gli enti gestori del servizio idrico, hanno spesso fatto pagare canoni per la depurazione in bolletta, anche ai residenti di quei quartieri o città, dove gli impianti non funzionano, o sono addirittura inesistenti. Altro aspetto non secondario è il probabile business che si profilerebbe per il trattamento dei reflui come rifiuti speciali. Ebbene, ora quel danno economico è messo nero su bianco, e ricalca in parte, quanto avevamo cercato di ricostruire noi in questi mesi, con la somma delle sentenze una per una. Adesso i siciliani – conclude Corrao –   sanno quanto costano le scelte sbagliate della politica”.