Polizia e Guardia di finanza hanno confiscato beni per venti milioni di euro riconducibili all’imprenditore Pietro Funaro, 56 anni, di Trapani, indicato come “colluso con esponenti di famiglie mafiose” del trapanese, attivo nel settore edile, da anni operante soprattutto nel lucroso settore degli appalti pubblici in Sicilia.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Trapani, che ha disposto la confisca di beni immobili, auto, un’imbarcazione, conti correnti e società.
i beni all’ex vicepresidente dell’Ance Sicilia,e a suo padre Domenico Funaro, 84 anni erano stati sequestrati nel 2014 . Adesso la confisca
Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del questore, e’ stato eseguito dalla polizia e dalla Guardia di finanza a Trapani e in provincia a Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Alcamo e Castellammare del Golfo, ma anche a Santa Venerina (Catania). Secondo quanto emerso dalle indagini, che si sono avvalse delle dichiazioni di vari collaboratori di giustizia, i due Funaro facevano parte di un comitato d’affari per la gestione illecita degli appalti, che controllava le gare attraverso attivita’ di turbativa d’asta, falso e corruzione, relative al controllo
E’ una confisca di beni che colpisce il cuore del sindacato degli imprenditori edili di Confindustria Sicilia,
Fonte Ansa
Il Circolaccio