
Pino Maniaci nel 2017: “Se la dottoressa Silvana Saguto parla succede il finimondo”
Cosa tiene nei suoi cassetti Silvana Saguto che, durante la sua gestione a Palermo, ha gestito beni confiscati alla mafia per miliardi di Euro?
Pino Maniaci e la sua redazione, con inchieste puntuali e documentate, hanno messo sottosopra la Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, quando sulla plancia di comando c’era la dottoressa Silvana Saguto.
Il caso Montante- Crocetta riapre in maniera devastante la gestione di beni confiscati e degli interessi di certa antimafia
Il Procuratore Lo Voi era tranquillo. Per Lui, i furbi dell’antimafia erano stati debellati già nel 2016
Antimafia, il procuratore di Palermo Lo Voi: “Non è in crisi, il meccanismo è stato svelato”
La sua dichiarazione al Fatto Quotidiano “Casi di sfruttamento per fini personali sono stati svelati”. Anno orribile della lotta a Cosa nostra? “No, se consideriamo gli arresti e le condanne ottenute”
Ci sono stati casi di sfruttamento a fini personali del movimento antimafia, ma il meccanismo è stato svelato: l’antimafia non è in crisi”. Nonostante i casi eclatanti di imprenditori simbolo della lotta al racket indagati o rinviati a giudizio, nonostante il caso di Pino Maniaci e quello del giudice Saguto, il bilancio dell’attività del movimento antimafia siciliano tracciato dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi non è negativo.
Insomma per il PD e per Lo Voi l’antimafia siciliana funzionava bene
lL ministro Orlando nel 2015 : «Ombre dal caso Saguto ma in Sicilia prevale la antimafia vera»
Riccardo Orioles scrive Siciliani Giovani”, marzo 2015 n. 24
«è molto più facile prendere a interlocutori (finché non smascherati) i vari Montante e Helg che non gli Umberto Santino, i Pino Maniaci o i Siciliani. I primi hanno denari da mettere nei vari “rinnovamenti”, e i secondi no; i primi non minacciano in alcun modo l’assetto sociale “perbene”, e i secondi sì. Ma così va il mondo; e noi perdoniamo volentieri agli amici perbene quella che non è certo malafede ma solo disattenzione e pigrizia. Noi, all’antimafia dei simboli, preferiamo quella palpabile e concreta».
Il deputato Claudio Fava, al tempo deputato di Sinistra italiana-Sel, vicepresidente della Commissione antimafia, buttò lì al capo della Procura di Palermo Francesco Lo Voi: «Tra le intercettazioni che sono ormai di dominio pubblico legate alla vicenda Saguto si parla anche del rapporto tra la dottoressa Saguto ePino Maniaci, direttore di Telejato, e in un segmento di queste intercettazioni la Saguto dice: “ha le ore contate”, ovviamente parlando in termini metaforici e probabilmente giudiziari. Siccome anche a questa Commissione erano arrivate voci di un’inchiesta in corso su Pino Maniaci, avremmo bisogno di capire se vi sia una coincidenza casuale tra questa affermazione perentoria della dottoressa Saguto e queste voci, e soprattutto se sia in corso un’inchiesta e a che punto sia. Per dirla in termini diversi, abbiamo avuto la sensazione che ci sia stata una sollecitazione più o meno indiretta da parte della dottoressa Saguto, perché ci fosse particolare attenzione anche sul piano giudiziario nei confronti di Pino Maniaci, per cui vorremmo che lei ci dicesse qualcosa»
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Lo Voi rispose così: «Se mi posso permettere (non intendo minimamente criticare), la domanda va benissimo e sono pronto a rispondere, però non fa parte di quelle domande di carattere generale o, se ne fa parte, richiederebbe da parte mia una premessa più ampia su uno dei settori a cui aveva fatto riferimento la presidente Bindi, cioè il mondo dell’antimafia. Io su questo con il vostro permesso avrei necessità non di prendere tempo, perché ho qui con me tutti gli appunti, ma di avere più tempo per poter rispondere, e avrei bisogno almeno di quindici minuti per poter spiegare quanto è successo nell’ultimo arco di tempo, arco abbastanza lontano in una delle sue basi, perché comincia vent’anni fa, quindi c’è un discorso più ampio da fare».
Di fronte a questa riflessione – che apriva il mondo dello scibile umano a tutto e al contrario di tutto – la presidentessa Rosi Bindi rispose così: «Siccome preferiamo che lo svolga in mezz’ora anziché in quindici minuti perché il tema ci interessa, ci riaggiorniamo… Lo facciamo tornare o andiamo noi a Palermo, comunque noi mandiamo il verbale».
Nell’articolo del 3 dicembre 2015 nel blog Guardie e Ladri si scrive: «Quel mondo che resta sospeso non sarebbe il caso di riportarlo a terra e spiegare cosa diavolo sta succedendo intorno a Pino Maniaci? La delegittimazione è un “venticello” e – soprattutto – ammazza ancor prima (e meglio) di una morte fisica. La Sicilia e la Calabria – in questo – sono maestre. Anzi: Magnifiche Rettrici dell’Università della “carretta” e della “tragediata”. Che torni Lo Voi a Roma, che vadano gli altri a Palermo ma, di grazia, fate presto a spiegare. Del resto Lo Voi ha chiesto solo 15 minuti che. Basta una semplice videoconferenza. Il primo a ringraziarvi – sono certo – sarà Pino Maniaci, un uomo e un giornalista che sa come affrontare le mafie visibili ma che, come tutti gli esseri umani, ha maggiori difficoltà con i “venticelli” ».
Chi è il Procuratore Lo Voi voluto dal governo Renzi a Palermo
Da Fatto Quotidiano del 2014:Procura di Palermo, il Csm nomina capo Lo Voi: la toga che piace alla politica Silenzioso e affidabile, avveduto e felpato, moderato ed equilibrista, ma soprattutto capace di raccogliere un gradimento bipartisan: da Giorgio Napolitano a Matteo Renzi con la simpatia di Berlusconi
Palermo 5 novembre 1957. Magistrato. Procuratore di Palermo (dal 17 dicembre 2014).
• In magistratura dal maggio 1981, ha iniziato la carriera come pretore a Sanluri (Ca), poi giudice al Tribunale di Caltanissetta e quindi ancora pretore a Palermo, dove, dal 1990 al 1997, è stato sostituto procuratore. Ha lavorato al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. C’era lui in macchina con Borsellino quando corsero in ospedale, subito dopo la strage di Capaci, nella speranza che Falcone si salvasse. E fu proprio Borsellino – lo ha raccontato di la moglie Agnese a Franco Viviano e Attilio Bolzoni di Repubblica – a confidare a Lo Voi e ad un altro collega, Gioacchino Natoli, che alcuni mafiosi intercettati in carcere parlavano del tritolo arrivato in città per ucciderlo. Negli ultimi anni ha fatto parte di Eurojust, l’Unità europea di cooperazione giudiziaria che si occupa di criminalità organizzata, con sede all’Aia.• Fa parte di Magistratura indipendente
Fonte : Il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano
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