
L’inchiesta di Caltanissetta apre scenari inquietante. Antimafia e ricatti, dossieraggi e poliziotti.
Caltanissetta, il “re dei supermercati” Massimo Romano indagato per corruzione dalla Procura
Montante trascina nomi eccellenti, 5 ai domiciliari. 20 indagati, fra gli altri Schifani e Cuva
Al centro dell’inchiesta della magistratura nissena una verifica fiscale della Guardia di Finanza, conclusa in maniera positiva per l’imprenditore Massimo Romano. Ma anche per una persona assai vicina a chi effettuò il controllo della contabilità
CALTANISSETTA – Una verifica fiscale della Guardia di Finanza, conclusa in maniera positiva per l’imprenditore, e l’assunzione di una persona, assai vicina a chi effettuò il controllo della contabilità, sono al centro dell’inchiesta nell’ambito della quale il “re dei supermercati” siciliani, il nisseno Massimo Romano, 53 anni, è indagato per corruzione, in concorso con altri, dalla Procura di Caltanissetta.
Un avviso di garanzia, con contestuale perquisizione e sequestro della documentazione contabile delle aziende che fanno capo a Romano, è stato notificato all’imprenditore martedì scorso.
Nell’indagine, oltre ad un maggiore della Guardia di Finanza, sarebbero indagate anche altre persone.
Da quel che si apprende da fonti qualificate, si tratta di uno stralcio dell’indagine nella quale è indagato, per concorso esterno in associazione mafiosa, Antonio Calogero Montante, detto Antonello, presidente degli industriali di Sicilia e della Camera di Commercio di Caltanissetta.
Le indagini nei confronti di quest’ultimo si sono certamente concluse a giugno ma non si ha notizia alcuna sulle decisioni assunte dalla Procura che potrebbero richiedere ancora altri giorni.
Nel team della legalità Massimo Romano, che era stato componente del team della legalità assieme a Montante e Marco Venturi e che fino allo scorso anno era presidente del Confidi di Caltanissetta, proprio nell’ambito di quell’inchiesta a carico dell’ex leader della Legalità di Confindustria nazionale, era stato ascoltato il 26 settembre scorso dai Pm nisseni come persona informata sui fatti.
Al termine di quelle quattro ore di interrogatorio, che i Pm definiscono avvenuto “tra molte reticenze”, Romano, titolare di varie catene di supermercati con 80 punti vendita in Sicilia, venne iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di false informazioni al pubblico ministero aggravato dall’agevolazione all’associazione mafiosa (art. 7 legge 203 del 1991).
Adesso un nuovo guaio giudiziario che parrebbe poter esser sorto nel corso degli interrogatori di alcune persone nell’ambito dell’indagine a carico di Montante e un altro numero imprecisato di soggetti.
Oggetto dell’indagine per corruzione della Dda di Caltanissetta sarebbe l’assunzione di una donna, vicina all’ufficiale della Gdf, negli uffici del Confidi di Caltanissetta presieduto allora da Romano, in un periodo che coinciderebbe con un controllo fiscale effettuato dalla guardia di finanza.
Fonte : 109
Il Circolaccio