
La mafia mette le mani sul business dei rifiuti in Sicilia perchè vale decine di miliardi di Euro.
E’ il mercato dei rifiuti urbani e delle discariche che vale tanti miliardi all’anno.
La disinformazione aiuta il malaffare
Poi c’è quello dei rifiuti pericolosi che vale molto meno ma che gestisce materiali altamente inquinanti. I rifiuti speciali pericoli quasi sempre interessano le aziende private perchè la legge impone loro, lo smaltimento obbligatorio tramite ditte specializzate.
Poi ci sono i recuperatori “fai da te” Avete mai visto gente con “L’APA” recuperare ferro, vetro, cartone? Tutti regolarmente abusivi.. anche questi “operatori”, si fa per dire, campano con i rifiuti.
Quello che fa più gola è senz’altro quello della gestione degli RSU. Un giro d’affari stimato attorno ai 20 miliardi di Euro l’anno. Una somma spaventosa che quasi sempre mette d’accordo politici, burocrati, aziende e “ovviamente” secondo le inchieste anche mafiosi.
Per poter tentare di capirci qualcosa, in materia di rifiuti, occorre avere un pò di competenza, altrimenti si scrivono solo cazzate e sopratutto si pigliano molte cantonate. Tutti i rifiuti in Italia e in Europa vanno sotto la legge 152, del 2006 che riprende buona parte del vecchio decreto Ronchi, quello degli ambiti territoriali ottimali. Lo spirito della legge, sulla carta è quello di gestire i rifiuti con il controllo di filiera. Ovvero ogni rifiuto deve essere debitamente classificato (codice CER) e gestito fino alla sua destinazione finale. Quindi favorire la differenziata e il recupero.Di fatto, i tanti “esperti” di rifiuti parlano ma spesso , senza conoscere la legge. La legge , invece, la conoscono molto bene i burocrati, gli esperti tecnici pagati da aziende che fatturano molti milioni di Euro e “ovviamente” i mafiosi che si fanno aiutare da capaci professionisti per capirci qualcosa. nella filera dei rifiuti i tecnici abilitati sono fondamentali per le pratiche burocratiche
I mafiosi che fanno soldi con politici e burocrati sanno bene come non deve funzionare il sistema per continuare a stare nell’emergenza. Il primo obiettivo è quello di entrare nel core business Insomma più emergenza c’è e più soldi si fanno. Ordinare il sistema , in modo moderno ed efficente non conviene a chi ha sempre sfruttato politica e burocrazia per incassare. Anche perchè, queste grandi aziende che devono avere enormi capacità finanziare per prendere gli appalti con i picciuli, vengono orientati dagli stessi esperti che lavorano per le istituzioni. Il mercato grande richiede aziende grandi, il mercato piccolo è poco remunerativo, pericoloso e va agli straccioni. Poi, cosa non dimenticare, le aziende dei rifiuti e delle discariche, devono assumere tanto personale. Basta accontentare qualcuno tra politici, burocrati e mafiosi e il gioco è fatto.
La torta degli RSU, gestita fino a poco tempo fa dagli ATO è stata una cuccagna per politici e forse anche mafiosi. Strano ad esempio, come su, 60 milioni di Euro di debiti di Belice Ambiente, dopo le denunce di Sonia Alfano nessun Pm ci abbia messo le mani per capire dove sono andati a finire questi soldi e sopratutto chi li ha gestiti.
Nessun PM della DDA ha mai ipotizzato che la mafia belicina potesse aver avuto interesse a tutto sto ben di dio di soldi? In 10 anni di gestione politica la Belice Ambiente ha fatto solo debiti e danni ambientali
Adesso scatta l’inchiesta di Catania e anche l’antimafista Crocetta è coinvolto.
Da ricordare le dimissioni del suo ex assessore all’Ambiente, il magistrato Nicolò Marino che fecero scalpore.
Marino disgustato nel 2013 disse : ” In Sicilia deve quindi dedursi che le associazioni in parola non prediligano impianti di riciclo, compostaggio, pirolisi e così via, o meglio, non prediligano che, una volta tanto, li si faccia subito, probabilmente innamorati delle “vecchie e care discariche. Crocetta piegato agli industriali col placet di parte del Pd”.
Discariche come quella che il dott. Catanzaro gestisce in quel di Siculiana. Proprio Catanzaro, amico di Crocetta durante l’emergenza rifiuti nel 2016 fece affari d’oro
Discariche come quella che il dott. Catanzaro gestisce in quel di Siculiana. Proprio Catanzaro, amico di Crocetta durante l’emergenza rifiuti nel 2016 fece affari d’oro
Il sistema della “torta grande” e’ stato più volte denunciato ma inchieste ficcanti, tranne qualche retata a straccioni, come li definì la Principato, non ve ne sono state
Eppure è evidente che il sistema corruttivo, (bene coperto da certa stampa), attraverso tangenti ai funzionari regionali per ottenere autorizzazioni ambientali, ma anche, e soprattutto, grazie ad entrature politiche e intermediari che consentono di avere rapporti diretti con ministri, vice ministri, assessori e deputati sia in grado di orientare molte scelte in materia di rifiuti. Molti parlano di diffrenziata ma non sanno che se le frazioni nobili del differenziato, per tornare utile ai cittadini deve essere ceduto a piattaforme autorizzate e che pasgano profumatamente i materiali. La plastica delle bottiglie se ben gestita viene pagata dalle piattaforme autorizzate fino a 300 Euro tonnellata. Chi gestisce questa filiera? Quanti soldi tornano ai comuni dalla eventuale vendita delle materie prime seconde? Il cittadino deve sapere che fine fanno plastica, vetro o cartone differenziato. Deve sapere che questi rifiuti, una volta stoccati in piattaforma diventano ricchezza. Sparare cazzate tanto per fare politica ambientale non serve a nessuno. Un esempio: se un comune virtuoso riesce a differenziare 1.000 tonnellate di plastica riutilizzabile, dovrebbe averne un ricavo medio di almeno 250 mila euro l’anno . Sono tanti soldi.Chi gestisce questo eventuale business? Come fanno i cittadini virtuosi ad averne un reale vantaggio?E sopratutto chi controlla la filiera del differenziato?
Anche certa politica che da un canto ha sempre difeso le associazioni ambientaliste, una volta al potere ha continuato a gestire i rifiuti come ai tempi di Cuffaro che , peraltro , voleva fare i termovalizzatori. Forse su terreni di gente vicina alla mafia? E’ rimasto un mistero. Altro grande mistero che rimane è quello legato al grande giro dei rifiuti gestito dagli ATO. Poche inchieste e molti debiti. Chi crede che la vera mafia stia lontano dai grandi affari e si preoccupi solo dei lavori per morti di fame, è molto lontano dal debellare questo maledetto cancro che continua a distruggere l’economia sana della Sicilia. Sui rifiuti, come ha detto il PM Marino dopo le sue dimissioni, si doveva indagare e molto. Sulle discariche e sui grandi interessi delle aziende con fatturati a 9 zeri.
Fonte: repubblica, La sicilia
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