
Che ne è stato del nostro paese, l’Italia. “Culla del Cristianesimo, padre del diritto, madre di insigni filosofi, straordinario e inimitabile con il Rinascimento, paese natale di scienziati e artisti che hanno segnato la storia dell’Umanità.”
Ne è rimasto ben poco. Se non il nulla. E’ una nazione che ha paura della propria storia, delle proprie origini. Che ha il terrore di avvalersi di quei codici spirituali, etici, morali, che dovrebbero contraddistinguere la civiltà, dalla barbarie. Ecco allora che si tolgono i crocefissi dalle scuole per non offendere qualcuno, qualche scuola toglie dal menu la mortadella per non offendere altri, altre scuole non festeggiano la festa del papà e della mamma per non offendere i gay, qualcuno propone di disarmare le forze dell’ordine e potremmo continuare all’infinito perché di stronzate varie ne vengono proposte a decine ogni giorno. Mi chiedo allora quando aboliranno questa classe politica che ci offende tutti i giorni con leggi ad personam e con ruberie varie e soprattutto che non difende la nostra identità nel mondo. L’Italia è diventata ormai, salvo poche eccezioni , un paese di ignavi e in buona parte di venduti al potere. Ci è stata concessa una vita e questo miracolo, soprattutto nella società odierna, è trascurato. Demandiamo agli altri di decidere come viverla. Si compiono gli stessi gesti, si discutono le medesime cose, si dà peso agli oggetti materiali, l’amore, le emozioni , i sentimenti, sono alla mercè dei social network, i valori insegnati dalla storia sono dimenticati, anzi si fa di tutto per trovare un motivo per smontarli e diffamarli. L’uomo del ventunesimo secolo è cambiato, non combatte più per i propri sogni, occupa un minuscolo spazio nel mondo cosiddetto globalizzato, mentre dentro ha un vuoto inspiegabile. La morte gli scava nell’anima, nelle ossa, si avvicina a ogni suo respiro, ma poco importa, resta in vita grazie a un automatismo, respira, mangia e dorme, compie atti fini alla sopravvivenza. Non prova più emozioni concrete. Ci si indigna per cose inutili che servono solo a distrarre le masse dai problemi reali o si torna a frasi da terzo raich “se non ci fossero i disabili…”. Tutti pronti a sostenere movimenti o gruppi sui social salvo poi pretendere di non fare niente e demandare il tutto agli organizzatori dei vari eventi restando semplici spettatori in attesa di una vittoria e naturalmente allontanarsi subito in caso di sconfitta prendendo le distanze.
Povera Italia e POVERA PATRIA, proprio questo è il titolo di una canzone di Franco Battiato che dice tutto e che di seguito propongo il testo:
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
Ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
non cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare.
Maurizio Franchina
Il Circolaccio