
Il Prof. Paramaliana, un eroe “scomodo” La morte di uno scienziato siciliano che lottò contro la mafia e certa antimafia senza “appartenere” “L’ultima lettera di Adolfo Parmaliana prima del suicidio Poco simpatico alla corrente antimafia vicina a certa magistratura di Lui si parla pochissimo « La Magistratura barcellonese e messinese vorrebbe mettermi alla gogna, vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perché ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito di servitore dello Stato e docente universitario. » |
Adolfo Parmaliana, dopo essere stato rinviato a giudizio per diffamazione, si è tolto la vita il 2 ottobre 2008 gettandosi da un cavalcavia sulla Messina-Palermo, lasciando una lettera in cui denuncia le gravi responsabilità di politici e magistrati nel rallentare le indagini sulla mafia.
Lottò coraggiosamente per la legalità e la trasparenza a Terme Vigliatore e nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto. Insegnava al Dipartimento di Chimica industriale e Ingegneria dei Materiali dell’Università di Messina: ordinario di chimica industriale, coordinava il Dottorato di Ricerca in “Tecnologie Chimiche e Processi Innovativi” ed era direttore del Master di II livello in “Tecnologie Energetiche Ecocompatibili”.
Adolfo Parmaliana presiedeva la Montalbano Clean Energy Scarl e coordinava il “Catalysis Group” presso lo stesso Dipartimento di Chimica Industriale di Messina. Era stato anche consulente per l’ambiente del sindaco di Roma Walter Veltroni. Autore di 120 pubblicazioni, 136 comunicazioni a Congressi nazionali ed Internazionali, 5 brevetti, a Terme Vigliatore era stato segretario dei Ds ed è stato candidato a sindaco alle amministrative del 2002.
Il 2 ottobre 2008 ha imboccato l’autostrada Messina-Palermo, in direzione del capoluogo, per fermato la sua BMW sul viadotto di Patti Marina dal quale si è lanciato nel vuoto, finendo in un canale poco distante dalla stazione ferroviaria. Nel gennaio 2013 il Procuratore generale di Messina, Francesco Antonio Cassata, è stato condannato per diffamazione dal giudice di pace di Reggio Calabria per aver diffuso, nel settembre 2009, un dossier anonimo contro Parmaliana.[2]
La sentenza è stata poi confermata in Appello e in Cassazione, divenendo definitiva
Parmaliana era uno stimato docente di Chimica industriale, ma anche un duro accusatore di quell’intreccio affaristico-mafioso che spadroneggiava a Terme Vigliatore, paesino di sette mila abitanti senza caserma dei Carabinieri.
Anche grazie alle sue denunce, il consiglio comunale è stato sciolto nel dicembre 2005. Ma il lieto fine, per Parmaliana, non è mai arrivato.
Al contrario, il suo coraggio ha riscosso l’indifferenza, il disprezzo di chi vive di disonestà. E sul fronte della magistratura, le cose non sono andate meglio. Le indagini partite dalle sue indicazioni si sono arenate, una dopo l’altra. Finché si è giunti al paradosso: una denuncia per diffamazione recapitata allo stesso Parmaliana. A quel punto, il professore si è sentito braccato. E come gesto estremo, di fronte a un potere troppo forte, si è tolto la vita. Lasciando dietro di sé, però, due tracce importanti.
Fonte: WK
Il Circolaccio