
E’ con immenso piacere che pubblico questo articolo sulla presentazione del libro avvenuta ieri al palacongressi di Agrigento del carissimo amico Gian Joseph Morici.
Gian Joseph Morici nasce negli Stati Uniti, a Rochester, nel 1959. Di padre siciliano e madre americana rientra presto nella paterna Sicilia, ad Agrigento, provincia ad alta densità mafiosa. Cresce quindi in un ambiente in cui la presenza della mafia è palpabile ed incide nella vita quotidiana anche di chi con questa non ha nulla a che spartire. Figlio di commercianti conosce il volto peggiore di questo male quando a Gela viene ucciso un amico fraterno della famiglia, nonché collega, per essersi opposto alla richiesta di pizzo ed avere fondato la locale associazione antiracket. Un evento che segna profondamente il suo percorso in favore di una cultura antimafiosa. Dedito alla tutela delle tematiche ambientali è stato oggetto di minacce di probabile matrice mafiosa come riportato da media nazionali e da interrogazioni parlamentari. Ha scritto articoli pubblicati dalla stampa italiana ed estera sui temi della mafia, del terrorismo e Intelligence.
Nel 2006 apre il blog, trasformato poi in giornale on-line, La Valle dei Templi.
Dopo “vittime di mafia”, il libro scritto con Fabio Fabiano, Gian J. Morici pubblica il romanzo dal titolo “1717-Un uomo qualunque” con la prefazione di Salvatore Nocera Bracco.
Il libro: Giorgio Ricci si è appena lasciato con Silvia, la donna con la quale, dopo essersi separato dalla moglie Giulia, aveva vissuto una relazione durata diversi anni.
All’amarezza della fine del rapporto, si aggiunge un’accusa, ingiusta, che lui non può sopportare: “Tu sei un pregiudicato. Ti hanno trovato con una valigia piena di droga e al processo hai patteggiato la pena”.
La vicenda è ambientata a Collearso, piccola cittadina siciliana di provincia, dove Giorgio ha vissuto con la sua famiglia, fin da quando, ancora bambino, il padre decise di lasciare gli Stati Uniti per far ritorno al paese natio, con la donna americana che aveva sposato e con Giorgio, il loro primogenito.
La rottura tra Giorgio e Silvia, le sue pesanti accuse, portano il protagonista del romanzo a ripensare alla sua vita passata, al suo matrimonio con Giulia, poi miseramente fallito.
E’ proprio a partire dal loro viaggio di nozze che Giorgio rivede come in un film la sua vita.
Ricordi che riaffiorano, vicende inverosimili, con personaggi inverosimili che hanno costellato e cambiato la sua esistenza.
Una storia che narra di rapporti famigliari, di rapporti con il mondo politico, corruzione, fallimenti, sentimenti, ma anche di soggetti legati alla malavita locale. Truffe, estorsioni, omicidi, si alternano ad aspetti della vita privata di Giorgio. Il rapporto con il padre, con la madre, con il fratello Claudio, i problemi con la sorella Anna, offrono uno spaccato familiare diverso da quello che gli abitanti di Collearso immaginano sia la vita quotidiana della famiglia Ricci.
Collearso, è cittadina di provincia dove le vite degli abitanti si incrociano, si intrecciano, creando incredibili connubi tra persone che in altre parti del mondo non si sarebbero mai incontrate e, in ogni caso, non avrebbero mai potuto intrattenere alcun genere di rapporto tra loro.
Determinante per Giorgio la nascita di Elena, sua figlia, alla quale lo lega un amore che lo porterà a cambiare molte cose della sua vita.
Nonostante questo legame affettivo, Giorgio continuerà comunque a fare delle scelte “fuori dal comune”.
Personaggi come Jo, un americano legato al mondo delle agenzie private di intelligence, lo catapultano in una dimensione, per molti aspetti affascinante, nella quale la vita di una persona ha ben poco valore rispetto alle ragioni di un Paese.
Agenzie che operano senza il controllo di organismi politici, rispondendo soltanto alle Agenzie ufficiali, queste ultime in difficoltà a causa delle restrizioni di legge, che demandano alle strutture private le “cover action” più sporche.
Viaggi, missioni da compiere, che portano Giorgio da un capo all’altro del mondo, per poi far ritorno nella sua Collearso, dove nessuno immagina cosa nascondono gli spostamenti di Ricci, coperti da continue menzogne anche nei riguardi della moglie Giulia.
Sangue, paure, sesso, giornalismo, spionaggio, sentimenti, cinismo, fragilità e adrenalina, sono gli ingredienti della vita di un uomo apparentemente normale, che conoscerà pochi amori, il più importante quello per la figlia Elena, senza comunque far venir meno l’affetto nei confronti delle persone che, alla sua maniera, ha voluto bene.
Giorgio Ricci, 1717, attorno al quale ruotano figure legate alla sua città (politici, mafiosi, affaristi), ma anche personaggi di altre nazioni, potrebbe essere il vostro vicino di casa, da cui non saprete mai di Zwena, la ragazza eritrea sequestrata nel Sinai, per salvare la quale gli chiese aiuto la giornalista di Parigi, Maria Albertina; non saprete di Nicolas che in Egitto perse uno dei suoi uomini per restituire un favore a Giorgio; non saprete della professoressa Del Giglio, dei suoi corti capelli di rodio striato, nel vento di scirocco; di storie di terrorismo, mafia, malapolitica, spionaggio, vissute in buona parte in una cittadina del profondo sud della Sicilia
“Questo romanzo – scrive Salvatore Nocera Bracco nella prefazione – esprime, come in un noir mediterraneo, l’asprezza del nostro territorio, con le sue incantevoli bellezze, il fascino della sua storia e della cultura che ha prodotto, ma anche con le forti contraddizioni che lo caratterizzano, e che determinano, più o meno fatalisticamente, più o meno consapevolmente, la vita – il racconto – dei protagonisti, ognuno abbarbicato dentro le ombre individuali e sociali che questa stessa terra produce, quasi una violenza strutturale, alimentata dal gioco e dalle soverchierie degli apparati forti, più o meno pubblici, più o meno legali”.
Nel 2014, con la prefazione di Antonio Evangelista, autore dei libri La Torre dei Crani, Madrasse e Califfato d’Europa, viene dato alla stampa “Vittime di mafia”, un libro scritto a quattro mani da Fabio Fabiano e Gian Joseph Morici, che narra delle vicende umane e storico-processuali scaturite dagli omicidi di innocenti da parte di mano mafiosa.
Dopo anni trascorsi a Parigi, dove ha continuato a scrivere di mafia, terrorismo e intelligence, vivendo una nuova avventura da infiltrato tra i gruppi virtuali dello Stato Islamico, in merito alla quale ha rilasciato diverse interviste sulle reti nazionali italiane, ritorna in Italia dove continua a scrivere articoli pubblicati anche dalla stampa estera.
Fonte: Agrigento notizie
Maurizio Franchina
Il Circolaccio
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