Blitz contro Messina Denaro, 21 fermi
«Ha fatto bene a sciogliere il bambino nell’acido»
L’onore prima di ogni cosa. La vile convinzione degli amici del boss che nelle intercettazioni giustificano la folle azione omicida
Riina e il piccolo Di Matteo cosi commentava Signorello
E’ solo un segmento di una complessa operazione coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo per sottrarre ossigeno al boss in fuga, ma dà la misura delle difficoltà in cui l’apparato investigativo si muove dovendo combattere a volte in ambienti dove un impalpabile humus fa dilagare un atteggiamento capace di giustificare perfino la fine di un bimbo prima strangolato da Giovanni Brusca e poi sciolto nell’acido. Sono passati 22 anni da quell’orrore consumato dopo due anni di prigionia, ma il titolare di un’impresa edile come Li Gambi incredibilmente commenta comprensivo con i carnefici: «Il bambino è giusto che non si tocca… però aspetta un minuto… A due giorni lo poteva sciogliere… Settecento giorni sono due anni… Tu (padre) perché non ritrattavi tutte cose? Se tenevi a tuo figlio… allora sei tu che non ci tenevi». Con l’accusa di avere fatto da tramite con un faccendiere delle scommesse on line, Carlo Cattaneo, per finanziare la cosca di famiglia nella «loro» Castelvetrano, sono finiti in manette anche Rosario Allegra e Gaspare Como, cognati di Messina Denaro, mariti di Giovanna e Bice, sorelle del latitante.
I Messina Denaro? Santi sono»
Interessante una conversazione registrata tre settimane fa in una casa sul mare di Triscina fra il cognato del capomafia, Gaspare Como, e Vittorio Signorello dopo che quest’ultimo aveva distrutto una microspia trovata nella sua auto. Correndo immediatamente nella villetta di questa landa abusiva sul litorale di Castelvetrano per informare Como e lasciarsi andare alle adulazioni: «I Messina Denaro? Santi sono. E Francesco, il padre, una statua meritava, da mettere accanto a quello, a Padre Pio». Ed ancora in un crescendo che meriterebbe una riflessione socio-psicologica, deciso a giustificare le proprie idee: «Significa essere colpevole? Arrestami… che fa… non posso dire quello che penso?». Per questa voce interna a Cosa nostra è preferibile lo «stragista» Messina Denaro ai politici che governano: «Mangia e fai mangiare… voi altri tanto mangiate… state facendo diventare l’Italia uno stivale pieno di m…». Sono gli ultimi spezzoni di una sequenza che gli investigatori sperano di concludere con l’arresto del grande capo. Spezzoni di una realtà dove non bastano solo le manette e i blitz.
Fonte : Corriere
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