Corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso di ufficio. Con queste accuse, sono state arrestate sei persone a Lecce in un’inchiesta della Procura di Potenza, competente sui magistrati del distretto della Corte d’Appello del capoluogo salentino. Perché tra gli arrestati c’è anche Emilio Arnesano, sostituto procuratore della procura leccese. Due persone, il pm Arnesano e il dirigente della Asl di LecceCarlo Siciliano, sono finiti in carcere; altre quattro ai domiciliari: sono il direttore generale della Asl di Lecce, Ottavio Narracci, due dirigenti dell’Asl (Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo) e l’avvocato Benedetta Martina. Disposto anche un divieto di dimora nei confronti dell’avvocato Salvatore Antonio Ciardo. Le misure cautelari sono state firmate dal gip del tribunale di Potenza e le indagini sono state effettuate dalla Guardia di Finanza di Lecce. Sotto sequestro una piscina, oggetto di un procedimento penale, e un’imbarcazione ritenuta profitto del reato del delitto di corruzione. L’inchiesta della Procura lucana verte anche su favori e prestazioni sessuali ottenuti dal magistrato.

 Arnesano è accusato di “delitti commessi con abuso e vendita delle proprie funzioni” di magistrato. Durante indagini durate circa quattro mesi sono emersi, a carico del pm di Lecce, “episodi di corruzione in atti giudiziari, di induzione a dare o promettere utilità e di abuso di ufficio“. Arnesano avrebbe “venduto, in più procedimenti, l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali ed altri favori”. Tre gli episodi contestati. In particolare è finito sotto la lente investigativa della Procura della Repubblica di Potenza il “rapporto corruttivo, consolidato e duraturo”, con l’avvocato Benedetta Martina (agli arresti domiciliari): il pm “pilotava procedimenti in cui gli indagati erano assistiti dall’avvocato Martina, ottenendo in cambio prestazioni sessuali” dal legale. In uno dei casi contestati dall’accusa, il pm intervenne presso il presidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce, Augusto Conte, su richiesta dell’avvocato Manuela Carbone. Anche in tal caso ci fu un incontro fra Arnesano e Conte, durante il quale “la richiesta veniva avanzata e accettata“: il pm, poi, chiese all’avvocato Carbone, “in cambio del suo intervento, delle prestazionisessuali“.