Processo Saguto, l’accusa del tribunale a un imputato: “Interferenze su un testimone”
L’avvocato del professore Provenzano rinuncia al mandato. Un teste racconta i debiti della giudice
Un fatto che, se dimostrato porterebbe alla lucele sospettate protezioni della Saguto e dei suoi amici all’interno del Tribunale di Palermo sulla gestione dei beni confiscati
C’è stata una sistematica attività di inquinamento probatorio”, aveva accusato in aula il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso, avanzando ombre sulla difesa del professore Carmelo Provenzano, l’ex docente universitario della Kore imputato per aver gestito alcuni patrimoni sequestrati alla mafia in modo spregiudicato. Adesso, il tribunale di Caltanissetta conferma: “C’è stato un comprovato tentativo di interferenza su un testimone”. E ancora: “Si è verificata una situazione che ha compromesso la genuinità di un esame testimoniale”. Sotto accusa è finita la deposizione di un coadiutore giudiziario, Alessandro Bonanno, oggi indagato, che avrebbe provato a smontare uno dei capi d’accusa, quello riguardante gli incarichi clientelari dati alla moglie di Provenzano, Maria Ingrao, e alla sua collaboratrice, Calogera Manta. Dopo l’ordinanza del tribunale, l’avvocato di Provenzano, Boris Pastorello, ha rinunciato al mandato.
Udienza movimentata al processo che vede protagonisti l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo Silvana Saguto e il suo cerchio magico. Secondo l’accusa, la difesa di Provenzano avrebbe condizionato anche la deposizione di un altro testimone, Roberto Pagano. Tesi che si fonda su alcune intercettazioni del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, attivate dai pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti subito dopo le audizioni in aula.
I coniugi Provenzano erano alle sette del mattino davanti al negozio della moglie di Pagano. “Niente, me l’aspettavo che venivano sotto casa, ci siamo abbracciati, siamo andati al bar”, raccontava lei al marito, e non sospettava di essere intercettata. Una prova di condizionamento, per la procura. Provenzano, invece, ha provato a chiarire davanti al tribunale: “La mattina mi alzo presto e faccio lunghe passeggiate. Passo sempre da lì”. Ma non ha convinto. Il vulcanico professore non si arrende (“Lo vinceremo questo processo”, dice nel corso di alcune dichiarazioni spontanee). E lancia qualche messaggio, come già aveva fatto in udienza preliminare: “Oggi non uscirà alcun nome”. Oggi. “Eppure di cose stuzzichevoli ne avrei da dire alla stampa”, commenta con tono sicuro, ribadendo di essere stato il professore dei figli “di alcuni magistrati che sono passati da quest’aula”. E annuncia: “Per adesso, al processo stiamo solo palleggiando. Non abbiamo ancora posto le nostre considerazioni e chiamato i nostri testi a difesa”.
L’avvocato Pastorello lascia l’aula. Nel pomeriggio, affida a un comunicato la sua replica: “Ho sempre svolto con onore e decoro la professione di avvocato, io sono avvocato e per difendere le posizioni dei miei assistiti non ho mai avuto timore di contestare ogni singolo passaggio che costituisse una possibile distorsione delle regole processuali, anche quando queste riguardassero gli investigatori o lo stesso ufficio della Procura, il tutto, sempre, nel pieno ed assoluto rispetto delle regole processuali”.
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio