Stadio della Roma, Parnasi: “Ho pagato tutti i partiti”
DAL PD al Movimento 5 Stelle passando anche da Forza Italia e Lega
“Ho pagato tutti i partiti”. E’ quanto avrebbe confermato agli inquirenti Luca Parnasi, il costruttore romano interrogato per quasi 11 ore tra ieri e oggi nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Nel corso dell’interrogatorio, che si è svolto nel carcere di Rebibbia dove Parnasi si trova detenuto dopo il trasferimento dal San Vittore di Milano l’indagato avrebbe ammesso di avere elargito denaro alla politica per tornaconto personale, per accreditarsi, per avere rapporti con tutti i partiti. Un atto istruttorio voluto dallo stesso Parnasi e che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella maxinchiesta dei pm di piazzale Clodio.
L’imprenditore, accusato anche di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, aveva infatti scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia, svolto dopo il suo arresto a Milano. Un lungo faccia a faccia con gli inquirenti che puntano a chiarire il “sistema Parnasi”, ossia quel meccanismo di finanziamento ai partiti, organizzazioni, associazioni e onlus che il 40enne romano ha fatto diventare un’architrave della sua attività imprenditoriale. La prima tranche dell’interrogatorio avrebbe riguardato le contestazioni presenti nell’ordinanza di custodia cautelare, il suo ruolo nella società Eurnova e il rapporto con Luca Lanzalone, l’ex presidente di Acea, e consulente “di fatto” del Comune di Roma nella trattativa, datata gennaio-febbraio del 2017, per l’abbattimento delle cubature nel progetto stadio.
Un approccio quello di Parnasi che emerge spesso nelle carte dell’inchiesta. “Io pago tutti”, ammette Parnasi in una delle tante intercettazioni presenti negli atti. “Un investimento molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto però la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono…”. In base all’impianto accusatorio, il gruppo Parnasi avrebbe garantito finanziamenti a molte formazioni politiche o a organizzazioni a esse vicine. Nelle carte vengono citati i 250 mila euro erogati, tramite una società del gruppo, all’associazione “Più Voci” vicina alla Lega.
E’ lo stesso Parnasi ad ammettere nelle intercettazioni il suo modus operandi. In un dialogo si lamenta del fatto di dover “elargire somme ai politici” per avere “le autorizzazioni”.
Fonte : Ansa
Il Circolaccio