Sette ore davanti al Gip per Montante: “Non sapevo ci fossero quei dossier a casa mia”
I poliziotti indagano su 30 pen drive distrutte prima della perquisizione
Si rimane basiti a sentire la replica di Montante che peraltro, è giusto ricordare, ha aperto la porta di casa sua dopo un ‘ora, nonostante i poliziotti continuassero a dire :”APRA POLIZIA”. Montante come nella più ampia tradizione antimafia , si difende e si sente un perseguitato. Dice che la mafia gli sta facendo pagare così la sua scelta di combatterla.
Se è vero ciò che dice Montante il fatto diventa ancora più grave. Chi avrebbe messo questo archivio a casa sua senza che lui ne fosse a conoscenza? E ancora, se è la mafia che vuole vendicarsi, come affermato da Lui, come è possibile che le forze dell’Ordine stiano a questo vergognoso gioco? E’ possibile allora che ci sia un complottismo tra mafia e istituzioni per farla pagare agli avversari?
Il caso si complica e forse neanche un film del regista Costa Gavras che per anni si occupò dei servizi segreti americani , ci può aiutare a capire cosa succedendo in Sicilia per la lotta alla mafia e per l’agire di certa antimafia.
Ciò che dice Montante al GIP è gravissimo per le libertà democratiche
Ho sposato le istituzioni e la mafia mi sta facendo pagare questa scelta”, Antonello Montante avrebbe risposto così alle domande del gip del tribunale di Caltanissetta respingendo ogni accusa nell’interrogatorio di garanzia tenuto ieri pomeriggio e cocnlusosi solo in tarda sera.
A renderlo noto Giuseppe Panepinto, uno degli avvocati dell’ex responsabile per la Legalità di Confindustria ed ex presidente di Sicindustria, ai domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Montante è stato interrogato per oltre sette ore ed ha respinto punto per punto le accuse che gli sono state mosse.
Sulla stanza segreta dei dossier il presidente della Camera di Commercio di caltanissetta
Avrebbe negato di conoscerne l’esistenza sostenendo che questi fascicoli erano nella sua villa di Serradifalco a sua insaputa.
“Non ho mai avuto vantaggi, nè appalti, nè finanziamenti, nè agevolazioni – ha affermato Montante – ho stravolto la mia vita e sono sicuro che non posso più tornare indietro”.
Montante è giunto a Caltanissetta da Milano nel pomeriggio di ieri intorno alle 15,30 scortato dagli agenti della squadra mobile. Gli vengono contestate le intercettazioni ma ha una spiegazioni per ogni frase che ricorda.
Piccolo giallo su quasi un’ora trascorsa dall’arrivo della polizia a casa sua per notificargli gli arresti e il momento in cui Montante ha realmente aperto la porta alla polizia. Non nega il ritardo “temevo fossero malintenzionati in piena notte per questo non ho aperto subito” ma gli inquirenti sospettano si sia disfatto di qualcosa ed esattamente trenta pen drive messe in uno zaino, frantumate e gettate dalla finestra.
Fonte : Blog Sicilia
Il Circolaccio